L’eredità, gli Elkann e i 40 milioni di euro
L’accusa di truffa, emersa di recente come ipotesi di reato, coinvolge i Elkann in un presunto caso di mancato pagamento di imposte ereditarie su un patrimonio di circa 700 milioni di euro. Secondo la procura, questo importo è stato identificato dagli inquirenti come reddito estero non dichiarato, basandosi su dichiarazioni aggiuntive presentate da Elkann per i tre anni dal 2019 al 2021. Si ipotizza che queste somme siano originariamente appartenute alla signora Marella e quindi dovrebbero far parte dell’eredità, soggette al pagamento di tasse di successione.
Gli avvocati di Elkann, Siniscalchi, Cecconi e Re, hanno smentito categoricamente le accuse affermando che “non vi è alcun tesoro estero che John Elkann abbia occultato alle autorità. L’origine e il trattamento fiscale dei fondi in questione sono noti da anni e sono stati regolarmente dichiarati all’Agenzia delle Entrate, con il pagamento di tutte le tasse dovute.” Tuttavia, gli inquirenti ritengono che questi fondi avrebbero dovuto essere tassati in Italia in quanto parte dell’eredità, poiché sostengono che la residenza in Svizzera della vedova sarebbe stata fittizia, dal momento che la donna avrebbe trascorso gli ultimi anni principalmente in Italia.
Indagini sulle dichiarazioni fiscali
Un altro aspetto dell’inchiesta riguarda le dichiarazioni dei redditi di Donna Marella dal 2016 al 2019, con l’accusa di dichiarazione fraudolenta legata all’evasione dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche che coinvolge Elkann, Ferrero e Von Gruenigen. La procura, guidata dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio insieme ai colleghi Bendoni e Marchetti, starebbe valutando il ricorso contro la decisione del tribunale del Riesame che aveva ordinato la restituzione parziale dei documenti sequestrati agli indagati, accogliendo la richiesta della difesa. Inoltre, sono stati effettuati nuovi sequestri su documenti che avrebbero dovuto essere restituiti agli indagati, inclusi computer e smartphone.