A Sanremo: la Rai e le polemiche
Le invocazioni alla pace di Ghali, la “regola dell’accoglienza” tutta italiana ricordata da Dargen D’Amico. Sono bastati due brevi interventi di due cantanti in gara al Festival di Sanremo durante il pomeriggio di Domenica In per mandare nel panico la Rai. Con tanto di comunicato dell’ad Roberto Sergio a sostegno di Israele letto pochi secondi prima del Tg1 da Mara Venier e ribadito durante il telegiornale qualche minuto più tardi. Quasi un riflesso condizionato dopo le proteste dell’ambasciatore israeliano a Roma Alon Bar, ma che avviene nelle stesse ore in cui anche Stati Uniti, Germania, Regno Unito hanno chiesto a più riprese una tregua umanitaria.
La reazione politica e la critica alla Rai
“Quello che è successo ieri in Rai è grave – dice Sandro Ruotolo, responsabile informazione del Pd ed ex dipendente della tv di Stato – Prima la velina e poi la censura nello stesso programma”. Ruotolo critica aspramente la nota di Sergio, definendola inopportuna e sbagliata, sottolineando la necessità di un approccio più equilibrato. La censura viene denunciata come un servizio pubblico sempre più al servizio del potere politico. Il Pd aveva già manifestato contro questa deriva accusando la Rai di essere diventata TeleMeloni.
Le dichiarazioni di artisti e politici
Cos’hanno detto Ghali e D’Amico. Ghali ha difeso il suo diritto di esprimere opinioni contro la guerra e il genocidio, ricordando i valori di pace che dovrebbero caratterizzare l’Italia. D’Amico, interrotto da Venier, ha parlato dell’importanza economica positiva dell’immigrazione, sottolineando la complessità dei temi trattati. Le loro parole hanno scatenato polemiche e censure, evidenziando una frattura tra il mondo dell’arte e la politica televisiva.
Le reazioni politiche e istituzionali
Da quale orientamento editoriale arrivi le difficoltà dentro la Rai per le uscite di Ghali e Dargen D’Amico si può capire dal ragionamento esplicito del presidente del Senato Ignazio La Russa. Le reazioni politiche si sono susseguite con posizioni differenti: dalle critiche al conformismo burocratico in Rai di Andrea Orlando, all’appello per una maggiore libertà di espressione artistica di Barbara Floridia. Le richieste di dimissioni dell’ad Sergio da parte di Peppe De Cristofaro evidenziano la gravità della situazione e la necessità di difendere la libertà di opinione e di espressione.