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L’ambasciata ungherese smentisce le violenze neonaziste
L’ambasciata ungherese ha reagito con veemenza alle accuse riguardanti le violenze neonaziste a Budapest, in particolare l’assalto al Centro Aurora avvenuto nell’ottobre del 2019. L’ambasciatore Ádám Kovács ha respinto categoricamente le affermazioni del leader dei Verdi, Angelo Bonelli, definendole una fake news. Secondo Kovács, l’episodio descritto “semplicemente non è mai accaduto” e ha sottolineato che si tratta di una ricostruzione completamente falsa. Tuttavia, numerosi quotidiani nazionali e internazionali hanno riportato dettagliatamente l’assalto, documentandolo con foto e video.
Nonostante le smentite dell’ambasciata ungherese, i resoconti giornalistici confermano che una cinquantina di neonazisti ha attaccato il Centro Aurora, danneggiando le bandiere arcobaleno e imbrattando i muri con slogan razzisti, antisemiti e omofobi. Kovács ha esortato Bonelli a ritrattare le sue dichiarazioni, sostenendo che la tendenza a minimizzare tali episodi è preoccupante. Inoltre, ha criticato il modo in cui vengono presentati questi attacchi, definendoli erroneamente come “semplici risse tra manifestanti”. La vicenda di Ilaria Salis è stata nuovamente al centro dell’attenzione, con l’ambasciatore che ha invitato gli italiani a non intromettersi negli affari ungheresi.
La vicenda legale di Gabriele Marchesi e Ilaria Salis
La Corte d’Appello di Milano si trova ad affrontare la complessa situazione legale di Gabriele Marchesi, accusato di aver partecipato agli stessi attacchi contestati a Ilaria Salis. L’Ungheria ha richiesto l’estradizione di Marchesi, ma il procuratore generale milanese Cuno Tarfusser ha respinto tale richiesta, evidenziando dubbi sulle condizioni delle carceri a Budapest. Attualmente Marchesi è agli arresti domiciliari dal novembre scorso, mentre la Corte ha chiesto chiarimenti alle autorità ungheresi in merito alle condizioni delle prigioni locali.
La risposta ricevuta da Budapest è stata considerata inadeguata da Tarfusser, che ha confermato il rifiuto dell’estradizione. Nel frattempo, Ilaria Salis ha manifestato l’intenzione di richiedere gli arresti domiciliari in Ungheria, con il padre che ha dichiarato: “Stiamo cercando casa a Budapest”. La vicenda legale di Marchesi e Salis è diventata un caso giudiziario complesso che coinvolge più Paesi e solleva interrogativi sul sistema carcerario ungherese.