Mauro Corona: il legame indissolubile con Sacile
Alla base della storia artistica di Mauro Corona si cela un incontro avvenuto a Sacile più di cinquant’anni fa, un momento che ha plasmato il suo destino e ha contribuito in modo determinante alla sua carriera di scultore del legno. Questo legame intrinseco con la città sacilese è stato recentemente riportato alla luce da Gianfranco Zuzzi, che ha svelato dettagli preziosi su come un imprenditore locale abbia giocato un ruolo fondamentale nella scoperta e nel supporto dell’artista emergente.
Mauro Corona, all’epoca un giovane con una passione viscerale per la lavorazione artistica del legno, aveva abbandonato il lavoro di scalpellino per dedicarsi completamente alla sua arte. Fu proprio in quel delicato momento di trasformazione che Renato Gaiotti, imprenditore nel settore forestale di Sacile, incrociò il suo cammino. Attraverso un incontro fortuito a Erto nel 1974, Gaiotti rimase affascinato dalle abilità di Corona, tanto da offrirgli l’opportunità di creare un’intera Via Crucis in legno per la chiesa di San Giovanni del Tempio, segnando così l’inizio ufficiale della carriera artistica di Corona.
La svolta che ha segnato una carriera straordinaria
La decisione di Gaiotti di investire nelle capacità artistiche di Mauro Corona si rivelò una svolta determinante nella vita dell’artista. L’opportunità di realizzare le 14 formelle in legno per la Via Crucis non solo lo lanciò come scultore affermato, ma consolidò anche il legame indissolubile tra Corona e Sacile. Gianfranco Zuzzi, il sacilese che ha riportato alla luce questa vicenda storica, sottolinea l’importanza di quel momento cruciale nella vita dell’artista: “La commessa assegnata da Gaiotti rappresentò l’occasione di emergere come scultore e di intraprendere una carriera che lo avrebbe portato al successo.”
Mauro Corona, noto per la sua maestria nell’intaglio del legno e per la profonda sensibilità che trasmette nelle sue opere, ha sempre mantenuto vivo il ricordo di quel legame speciale con Sacile. L’opera realizzata per la chiesa di San Giovanni del Tempio, custodita gelosamente ancora oggi, rappresenta non solo un simbolo della sua bravura artistica, ma anche un legame tangibile con le radici che lo hanno visto crescere come artista e come persona.
Un legame artistico tramandato di generazione in generazione
L’intaglio del legno era una passione ereditata da Mauro Corona dal nonno Felice, che lo introdusse al magico mondo della creazione di piccoli oggetti intagliati. Questa tradizione familiare, unita agli insegnamenti ricevuti da illustri artisti come Augusto Murer, ha plasmato lo stile unico e raffinato di Corona nel lavorare il legno. L’incontro con l’imprenditore Gaiotti a Sacile non solo ha confermato il suo talento, ma ha anche consolidato la sua reputazione come uno dei più grandi scultori del legno contemporanei.
La storia di Mauro Corona e del suo legame con Sacile rappresenta un capitolo significativo nell’arte e nella cultura della regione. Le opere dell’artista, cariche di emozione e maestria tecnica, continuano a ispirare e a celebrare la bellezza e la potenza dell’artigianato tradizionale. Questa testimonianza di talento e dedizione rimarrà indelebile nel tessuto culturale di Sacile e oltre, confermando l’eredità straordinaria di un artista che ha saputo trasformare legno e passione in capolavori senza tempo.