![La lotta di Roberto Salis per la libertà di sua figlia 1 20240205 220718](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240205-220718.webp)
La lotta di Roberto Salis per la libertà di sua figlia
Roberto Salis, il padre dell’attivista Ilaria Salis detenuta in Ungheria, si è mostrato deluso dopo gli incontri con i ministri degli Esteri e della Giustizia. Ha dichiarato: “È andata molto peggio di quanto ci aspettassimo, non vediamo nessuna azione che possa alleviare la situazione di mia figlia. Siamo stati lasciati soli.” Le richieste di Salis per i domiciliari in Italia o in ambasciata in Ungheria sono state negate, lasciando il padre amareggiato. Salis commenta: “Credo che mia figlia resterà ancora per molto tempo in carcere e la vedremo ancora in catene ai processi.”
La battaglia per la detenzione domiciliare
Carlo Nordio ha sottolineato che il difensore ungherese dovrebbe “insistere presso l’organo competente per la modifica della detenzione carceraria”. Tuttavia, i ministri hanno dichiarato che i principi di sovranità giurisdizionale impediscono ogni interferenza del governo italiano nel processo e sulla libertà dell’indagato. Salis ha evidenziato un grave problema: “Ambasciata in Ungheria non fornisce un elenco di avvocati per selezionare un difensore. Mi sembra che ci sia un totale scollamento nel funzionamento dello Stato.”
Roberto Salis ha espresso preoccupazione anche riguardo alla documentazione necessaria per il lavoro degli avvocati, sottolineando che i documenti richiesti non verranno forniti per evitare precedenti. Salis afferma: “Non si può fare un’azione preferenziale nei confronti di nessuno. Ma se lasciamo tutti lì siamo uno stato che difende i cittadini?” La situazione attuale lascia presagire un futuro incerto per Ilaria Salis, con il padre che teme “carcere a oltranza fino a quando il giudice ungherese avrà finito il processo o ci sarà un’altra situazione.”
Il ruolo dell’Unione Europea nel caso Salis
La commissaria Ue ai Servizi Finanziari, Mairead McGuinness, ha sottolineato che le condizioni di trattamento dei detenuti non devono violare i diritti fondamentali, pur riconoscendo che le questioni relative alla detenzione sono di competenza degli Stati membri. Gli standard minimi per garantire il diritto all’equo processo sono stati adottati dall’Ue attraverso sei direttive, includendo il diritto all’interpretazione e alla traduzione, il diritto alla informazione e agli atti del caso e la presunzione di innocenza. McGuinness ha evidenziato il divieto di presentare indagati e accusare persone in pubblico mediante l’uso di misure di costrizione fisica.
Eniko Gyori, eurodeputata ungherese di Fidesz, ha protestato contro le accuse di Ilaria Salis, definendo i crimini come “molto gravi” e sottolineando che la cittadina italiana ha mentito durante la procedura legale. La vicenda di Ilaria Salis continua a sollevare dibattiti, con la Commissione europea che monitora da vicino il rispetto dei diritti fondamentali nel caso dell’attivista italiana detenuta in Ungheria.