![La crisi dell'ECOWAS e le polemiche interne all'Unione Africana 1 20240131 091701](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/01/20240131-091701.webp)
La crisi dell’ECOWAS e le polemiche interne all’Unione Africana
In uno scenario geopolitico complesso, il Presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki Mahamat, si trova ad affrontare sfide significative al suo rientro in Africa. Dopo un incontro a Roma, nel quale la Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni ha ironizzato su un malinteso telefonico, Mahamat si confronta con la delicata situazione dell’ECOWAS e con un complicato dibattito interno relativo a recenti nomine.
La disgregazione dell’ECOWAS, segnata dall’uscita di Mali, Niger e Burkina Faso, rappresenta una frattura nell’ambizioso progetto di unione economica dell’Africa Occidentale. Questo blocco, paragonabile alla zona euro, vedeva l’adozione di una moneta unica chiamata “eco” come suo principale obiettivo. La speranza di un rientro degli stati sospesi dopo i colpi di Stato, alimentata dalla diplomazia, si è dissolta, minacciando così di far tramontare definitivamente il piano di unione monetaria.
Appelli per la solidarietà africana
Mahamat, tornato in patria il 30 gennaio, ha immediatamente lanciato un appello per la preservazione dell’unità dell’ECOWAS e il rafforzamento della solidarietà tra i paesi africani. Ha invitato al dialogo fraterno e offerto l’assistenza della Commissione dell’Unione Africana per facilitare questo processo. Tuttavia, i leader degli stati in questione non hanno ancora risposto a questo invito.
Le difficoltà per il presidente non si limitano alla crisi dell’ECOWAS. Un report di 64 pagine, redatto da un comitato di revisori dei conti provenienti da diverse nazioni africane, mette in discussione la regolarità delle nomine effettuate sotto la sua presidenza. Il documento suggerisce un uso del criterio della familiarità politica piuttosto che del merito, contravvenendo anche alle norme sulla parità di genere e all’equilibrio regionale richiesto.
Controversie sulle nomine nella Commissione
Il report delinea accuse di favoritismi e di una selezione dei direttori dell’Unione Africana non basata sul merito. In particolare, viene citato il caso di una donna, Patience Chiradza, la quale, secondo i revisori, non avrebbe dovuto figurare tra i finalisti per la posizione di direttore, in favore di un candidato nigeriano con un punteggio più alto. Le nomine contestate, effettuate tra il 2021 e il 2023, riguardano figure provenienti principalmente dalla Repubblica del Ciad, paese di origine di Mahamat, rafforzando così le ipotesi di clientelismo.
Di fronte a tali rilievi, i collaboratori di Mahamat si sono difesi affermando la regolarità del processo di selezione, basato sulla presentazione di terne di candidati tra i quali il presidente avrebbe piena discrezionalità di scelta. Questa procedura, seppur tecnicamente regolare, non ha convinto i revisori, i quali hanno richiesto l’annullamento delle nomine e la ripetizione della procedura, un’azione che richiederebbe l’approvazione del Consiglio esecutivo dell’Unione Africana con una maggioranza qualificata di due terzi.
Uno scenario incerto per il futuro dell’Unione Africana
Le tensioni geopolitiche interne al continente non mancano di complicare ulteriormente il panorama. La diversità di provenienza dei membri del comitato di audit, da paesi come l’Egitto, il Marocco, l’Angola, la Guinea Equatoriale e altri, riflette la varietà di interessi e di visioni che caratterizzano l’Unione Africana. In questo contesto, le scelte di Mahamat e della Commissione si caricano di significati che vanno ben oltre le mere procedure amministrative.
La situazione attuale pone dunque l’Unione Africana di fronte a una doppia sfida: da un lato, la necessità di ricostruire l’unità economica dell’Africa Occidentale e, dall’altro, il bisogno di ristabilire una percezione di integrità e di equità nelle sue strutture interne. Il destino di queste iniziative, e con esse quello di una più ampia integrazione africana, sembra appeso al filo di delicati equilibri politici e di decisioni che dovranno essere prese nei prossimi mesi.
Il report critico nei confronti di Mahamat e la crisi dell’ECOWAS rappresentano due facce della stessa medaglia: la difficoltà di costruire un’unità politica ed economica in un continente tanto vasto e diversificato. La risposta che le istituzioni africane sapranno fornire a questi problemi sarà determinante non solo per il futuro della Commissione dell’Unione Africana, ma per l’intero processo di integrazione del continente.