Inquinamento atmosferico nel Nord Italia: una situazione critica
Nel Nord Milano, dall’Alto Milanese al Basso Varesotto, un giorno ogni due è “velenoso“, oltre il valore limite (50 microgrammi per metro cubo) che può comportare problemi di salute. Questo dato preoccupante è condiviso non solo con l’area di Milano, ma si estende anche alla Lombardia orientale, incluso Bergamo, Brescia, Pavia, Lodi, Cremona e Mantova. Anche nella fascia pedemontana, che comprende Varese, Como e Lecco, la situazione non è ottimale, pur presentando una lieve miglioria rispetto ad altre zone.
Provvedimenti straordinari per contrastare l’inquinamento
Recentemente, sono stati adottati provvedimenti straordinari per affrontare l’inquinamento atmosferico. Inizialmente, le misure si concentravano solo sulle province con dati critici, come Monza-Brianza e Cremona, dove era stato vietato l’uso dei camini domestici e i fuochi all’aperto. Tali interventi sono stati considerati come azioni “in corsa”, attuate quando i dati indicavano una situazione già compromessa.
La centralina di Saronno viale Santuario ha registrato ben 16 giorni di sforamento nel 2024, equivalente a un giorno ogni due, confermando la gravità della situazione. Il 29 gennaio si è toccata la soglia di 74µg/mc, seguita da altri giorni con valori superiori a 60µg/mc, e il 6 febbraio si è arrivati a quota 72, evidenziando una persistente criticità nell’indice di inquinamento atmosferico.
Situazione in altre località del Nord Italia
La centralina aeroportuale di Ferno, presso Malpensa, ha registrato 17 giorni oltre la soglia di allarme su 38 dall’inizio dell’anno. Con punte di 77µg/mc il 29 gennaio e addirittura 83µg/mc il 2 febbraio, la centralina evidenzia un andamento instabile, seppur con lievi cali successivi. Anche la centralina di Busto Arsizio Accam ha segnalato 11 giorni di superamento dei limiti, mentre a Turbigo si sono verificati 3 giorni di sforamento nell’ultima settimana, con un picco di 71µg/mc il 2 febbraio.
La situazione descritta è confermata anche dalla mappa fornita da ARPA Lombardia, che indica le misure emergenziali attuate. Le aree con misure di 2° livello sono evidenziate in rosso, quelle di 1° livello in arancione, mentre le aree verdi, inclusa la Lombardia occidentale, non presentano restrizioni attive, a differenza delle altre zone interessate dal fenomeno inquinante.
Legambiente critica l’approccio adottato dalla Regione, sottolineando la necessità di interventi preventivi anziché reattivi. L’organizzazione ambientalista afferma: “Non serve agire quando l’accumulo è già notevole, occorre introdurre il modello predittivo e preventivo come già avviene in Emilia-Romagna. È urgente avviare una politica di riduzione dei veicoli diesel e vietare lo spandimento dei liquami durante gli episodi di accumulo degli inquinanti”. Queste dichiarazioni evidenziano la richiesta di un cambiamento strutturale per affrontare in modo efficace l’inquinamento atmosferico in queste zone del Nord Italia.