Metodo Ferrari: Un Modello di Successo per l’Industria Italiana
La formula del successo di Ferrari sembra aver assunto i contorni di un modello replicabile all’interno del panorama industriale italiano. La Fim Cisl Emilia centrale celebra con entusiasmo il rinnovo del premio di risultato, un traguardo già raggiunto l’anno precedente e che aveva segnato un record. Nel 2023, la casa di Maranello ha incrementato la sua produzione a 13.663 auto, superando le 13.221 unità del 2022. Questo notevole incremento produttivo, unito al raggiungimento degli obiettivi economici e di qualità, ha permesso di confermare il premio di risultato ai dipendenti, un incentivo suddiviso tra il team della Scuderia e quello delle Sports Cars.
Dettagli del Bonus Produttività
I lavoratori impegnati nella Scuderia si vedranno corrispondere un premio pari a 13.161 euro con un rendimento del 107%, che si riduce a 12.300 euro al 100% e a 10.445 euro con l’85%, corrispondente a un range di assenze compreso tra 65 e 104 ore. Analogamente, per il settore delle Sports Cars, il bonus sarà di 13.509,71 euro al 107%, di 12.625,90 euro al 100% e di 10.372,01 euro all’85%. Questi numeri non solo sottolineano la performance economica della Ferrari, ma anche l’attenzione verso il benessere dei propri dipendenti.
Il segretario generale della Fim Cisl, Giorgio Uriti, mette in guardia da facili assunzioni: “Non si dica – sottolinea Uriti – che questi sono risultati scontati perché la Ferrari è la Ferrari”. Tale affermazione ribadisce l’unicità delle performance dell’azienda, ma allo stesso tempo ne sottolinea il potenziale esemplare.
Un Percorso Sindacale Innovativo
L’anno passato ha visto l’azienda fare storia con un accordo storico, che per la prima volta in Italia ha trasformato i lavoratori in azionisti del prestigioso marchio. Un cammino sindacale che ha condotto a questi risultati “non solo è straordinario ma replicabile”. Secondo Uriti, ciò è possibile grazie a “grande impegno e professionalità dei lavoratori, con la passione delle organizzazioni sindacali e con un’azienda che sappia comprendere come il suo futuro non è solo nel volume del fatturato ma nella soddisfazione dei propri dipendenti.”
La ricetta proposta da Uriti implica, quindi, un’elevata dedizione da parte dei lavoratori, unita a un’attenta gestione delle risorse umane da parte delle aziende, in un contesto dove il contributo di ogni singolo è riconosciuto come fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Un Modello per il Futuro dell’Industria 2.0
Nonostante la consapevolezza che “non tutti sono Ferrari”, il segretario generale della Fim Cisl invita a osservare con attenzione il caso della casa di Maranello, che potrebbe fungere da benchmark per altre realtà industriali. L’esempio di Ferrari dimostra che investire su un mix vincente di competenza, passione e benessere dei lavoratori può generare risultati eccellenti, tracciando la strada verso una nuova era industriale, quella del cosiddetto “Paese 2.0”.
La sfida lanciata da Ferrari e dalla Fim Cisl Emilia centrale getta le basi per un dibattito più ampio sulla necessità di riconoscere il valore aggiunto dei lavoratori all’interno delle dinamiche di crescita aziendale. La partecipazione azionaria dei dipendenti, in particolare, si pone come un’innovazione significativa nel panorama sindacale, aprendo nuove prospettive per l’equilibrio tra produttività e soddisfazione lavorativa.
In un momento storico in cui l’industria italiana cerca nuove strade per consolidare e aumentare la propria competitività a livello globale, l’esempio fornito da Ferrari e dall’approccio sindacale che ha sostenuto la creazione di questo premio di risultato potrebbe effettivamente rappresentare un modello da seguire. La capacità di creare un ambiente lavorativo in cui ogni singolo contributo è valorizzato rappresenta una leva strategica non solo per la crescita economica delle aziende, ma anche per il rafforzamento della coesione sociale e della motivazione dei lavoratori.
Il dialogo tra aziende e sindacati, all’insegna di un’innovazione condivisa e di una crescita sostenibile, potrebbe quindi inaugurare una nuova fase per il tessuto produttivo italiano, una fase in cui la qualità del lavoro e la partecipazione dei dipendenti diventano i pilastri di un modello industriale rinnovato e più competitivo.
Foto Credits: Il Resto del Carlino