![Analisi dettagliata delle Borse Europee: Settimana di Vendite e Rimbalzi Settoriali 1 20240514 210801](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/05/20240514-210801.webp)
Settimana di Vendite per le Borse Europee
Le borse europee hanno chiuso la settimana con il segno negativo, in un contesto di incertezza sui tassi di interesse. Il Ftse Mib di Milano ha registrato una perdita del 1,8%, frenato dalla debolezza delle banche e del settore automotive. Anche l’Ibex di Madrid (-2,7%) e il Cac di Parigi (-1,7%) hanno subito significative flessioni. Al contrario, il Dax di Francoforte ha limitato le perdite a -0,9%, mentre il Ftse 100 di Londra (+0,9%) e l’Aex di Amsterdam (+0,5%) sono riusciti a chiudere in positivo.
La debolezza del settore automotive è stata particolarmente pronunciata, con un calo del 3% a livello europeo. A Piazza Affari, Stellantis ha perso l’11,8% nella settimana, mentre Iveco ha registrato un calo del 3,2%. Anche il settore energetico ha subito una battuta d’arresto, con Eni in ribasso del 3,6% a causa dei cali del prezzo del greggio.
Rimbalzo del Settore Tech e Performance delle Banche
Il settore tecnologico ha subito una flessione del 1,6%, nonostante il rimbalzo nell’ultima seduta grazie ai conti di Apple. In particolare, STMicroelectronics ha chiuso la settimana in calo del 3,8%. Le banche hanno mostrato un andamento contrastante: Unicredit ha registrato una perdita del 3,6%, mentre Popolare di Sondrio ha segnato un progresso del 2,9%.
Tra i titoli in positivo, Inwit ha guadagnato il 2,2% e Recordati il 3,4%. Le utilities sono state protagoniste di una buona settimana, con un incremento del 1,3% in Europa, grazie anche al G7 sull’Energia tenutosi a Torino. Sul Ftse Mib, Erg ha chiuso in rialzo del 3,1% e A2A del 3,9%, quest’ultima beneficiando delle attese di un miglioramento della guidance 2024 grazie alle forti precipitazioni nevose che stanno spingendo la produzione idroelettrica.
Calano i Prezzi del Petrolio e Cresce l’Euro
Il prezzo del petrolio ha subito un significativo calo durante la settimana: il Brent ha segnato un -6,8% e il Wti un -4,8%. Sul fronte valutario, l’euro ha guadagnato lo 0,7% sul dollaro, segnalando una certa fiducia degli investitori nella moneta unica.
Il rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti, peggiore delle attese, ha riacceso le speranze per un doppio taglio dei tassi da parte della Fed. Questo dato ha avuto un impatto positivo sulle borse europee nella seduta di venerdì, ma il Ftse Mib non ha partecipato alla festa, chiudendo in rosso con un calo del 0,32%. Gli osservatori prevedono che il rating di Fitch Ratings per l’Italia sarà mantenuto a ‘BBB’ con outlook stabile.
Dati sull’Occupazione negli Stati Uniti
Ad aprile, il mercato del lavoro statunitense ha creato 175.000 posti di lavoro in più rispetto a marzo, il numero più basso degli ultimi sei mesi e inferiore alle stime che prevedevano 240.000 nuovi posti. La disoccupazione è salita dal 3,8% al 3,9%, contro attese per una conferma del 3,8%. I salari orari medi sono aumentati di 7 centesimi, lo 0,20%, a 34,75 dollari, con un incremento annuo del 3,92%.
La settimana media lavorativa è diminuita di 0,1 ore a 34,3 ore. La partecipazione della forza lavoro è stata pari al 62,7%, a 0,7 punti percentuali di distanza dai livelli pre-pandemia di febbraio 2020. I dati di marzo sono stati rivisti al rialzo da 303.000 a 315.000, mentre quelli di febbraio sono stati ridotti da 270.000 a 236.000, per un totale di 22.000 posti di lavoro in meno rispetto a quanto comunicato inizialmente.
Contrazione del Settore Servizi negli Stati Uniti
Ad aprile, l’attività economica del settore servizi negli Stati Uniti è tornata in contrazione, con l’indice Ism servizi sceso da 51,4 a 49,4 punti, al di sotto delle attese che erano per un dato a 52 punti. Un valore al di sopra dei 50 punti indica una fase di espansione, e l’ultimo mese in contrazione era stato dicembre 2022. Aprile rappresenta il quarto mese in contrazione negli ultimi 169 mesi.
Le singole componenti dell’indice hanno mostrato un calo generalizzato: l’andamento aziendale è sceso da 57,4 a 50,9, l’occupazione è diminuita da 48,5 a 45,9, e i nuovi ordini sono scesi da 54,4 a 52,2. L’indice sui prezzi, invece, è salito da 53,4 a 59,2 punti, segnalando un aumento delle pressioni inflazionistiche.
Nel complesso, i dati economici statunitensi suggeriscono una moderazione della crescita economica, alimentando le aspettative di tagli dei tassi da parte della Fed entro la fine dell’anno.