![Analisi dell'Inflazione in Italia: Dati ISTAT e Prospettive Future 1 20240514 175056](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240514-175056.webp)
L’inflazione rallenta ad aprile: analisi dei dati ISTAT
Secondo le ultime stime preliminari fornite dall’ISTAT, il fenomeno dell’inflazione in Italia ha mostrato segni di rallentamento nel mese di aprile, posizionandosi al 0,9%. Questa lieve decelerazione, come sottolineato dall’Istituto di statistica, è principalmente influenzata dalla dinamica dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati, che registra una flessione tendenziale del -13,9% rispetto al -10,3% di marzo, e dai Servizi relativi ai trasporti, che crescono del +2,9% rispetto al +4,5% del mese precedente. Anche i prezzi dei Beni alimentari mostrano un lieve rallentamento, passando dal +2,7% al +2,6%.
Di contro, l’ISTAT evidenzia una ripresa tendenziale dei prezzi dei Beni energetici regolamentati, che si attestano al +0,8% dopo il calo del -13,8%, nonostante una riduzione congiunturale dell’8,2%. Inoltre, l’analisi dettagliata dell’Istituto rivela che l’inflazione di fondo, escludendo gli energetici e gli alimentari freschi, si posiziona al +2,2%, in lieve calo rispetto al +2,3% del mese precedente.
Dettagli e specifiche dell’andamento inflazionistico
L’ISTAT stima un aumento dello 0,2% su base mensile e dello 0,9% su base annua dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), escludendo i tabacchi, un dato che segna un rallentamento rispetto all’1,2% registrato il mese precedente. Questo rallentamento dell’inflazione è attribuito all’ampiarsi della flessione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati e alla decelerazione dei prezzi in vari settori, tra cui i Servizi relativi ai trasporti, i Servizi vari, i Beni non durevoli e i Beni alimentari non lavorati.
Da un’altra parte, si osserva un’accelerazione dei prezzi nei settori dei Tabacchi, dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, e una sorprendente inversione di tendenza per i Beni energetici regolamentati. Quest’ultimo dato rappresenta un elemento di novità rispetto ai mesi precedenti, dove si era registrata una marcata flessione.
Implicazioni e prospettive future
La dinamica tendenziale dei prezzi mostra un quadro di lieve flessione per i beni, con una diminuzione dal -0,2% al -0,6%, e una decelerazione anche per i servizi, che passa dal +3,0% al +2,9%. Questo scenario determina un aumento del differenziale inflazionistico tra servizi e beni, evidenziando una divergenza tra i due comparti.
Un altro aspetto degno di nota riguarda i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona, che rallentano su base tendenziale passando dal +2,6% al +2,4%, mentre i prodotti ad alta frequenza d’acquisto registrano un’accelerazione, passando dal +2,5% di marzo al +2,7%. Questi dati riflettono le dinamiche di consumo e le variazioni nelle abitudini degli italiani.
L’aumento congiunturale dell’indice generale, secondo l’ISTAT, riflette principalmente la crescita dei prezzi in determinati settori, come i Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, i Tabacchi, i Servizi relativi ai trasporti e i Beni alimentari lavorati. Questi incrementi sono stati parzialmente compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati e non regolamentati.
Infine, l’inflazione acquisita per il 2024 è stimata al +0,6% per l’indice generale e al +1,7% per la componente di fondo. Queste proiezioni, basate sulle stime preliminari, offrono un quadro dell’evoluzione dell’inflazione nei prossimi mesi, in un contesto economico ancora caratterizzato da incertezze e sfide. La dinamica dei prezzi al consumo, in particolare, sarà un elemento chiave da monitorare per comprendere l’impatto delle politiche economiche e delle tendenze di mercato sull’economia italiana.
Non da meno, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) mostra un aumento dello 0,6% su base mensile, attribuito alla fine dei saldi stagionali, e dell’1,0% su base annua, segnando un leggero incremento rispetto all’1,2% del mese precedente. Queste variazioni nell’IPCA offrono un’ulteriore prospettiva sull’andamento dei prezzi al consumo a livello più ampio, integrando la visione fornita dall’indice NIC.