Il futuro delle case green in Italia: tra sfide e possibilità
La transizione verso le case green rappresenta una delle sfide più significative per l’Italia negli anni a venire. Con l’approvazione della direttiva europea, il Paese è chiamato a compiere un salto qualitativo nell’efficientamento energetico degli edifici residenziali. Un obiettivo ambizioso, che richiede una riduzione del 16% dei consumi energetici entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, rispetto ai livelli del 2020. La viceministra all’Ambiente Vannia Gava ha sottolineato l’avvio di un tavolo di lavoro per elaborare proposte concrete, sebbene le risorse finanziarie da destinare a questo scopo rimangano ancora una questione aperta.
Il Superbonus, introdotto nel 2020, ha già permesso di ristrutturare 480mila edifici, contribuendo a un risparmio energetico del 5%. Tuttavia, la sua efficacia nel promuovere un vero efficientamento energetico è stata limitata, e il suo impatto sui conti pubblici è stato notevole, superando i 122 miliardi di euro al 31 marzo 2024. Per raggiungere gli obiettivi della nuova direttiva, l’Italia dovrà adottare un approccio più strutturato, che potrebbe passare dalla revisione e potenziale integrazione dei bonus esistenti con nuovi incentivi focalizzati sull’efficienza energetica.
Un patrimonio edilizio da rinnovare
Lo scenario attuale evidenzia l’urgenza di interventi sul vasto patrimonio edilizio italiano, gran parte del quale costruito prima delle normative sull’efficienza energetica del 1976. Secondo Enea, circa il 74% delle abitazioni rientra nelle classi energetiche meno efficienti. Nonostante il significativo contributo del Superbonus, per soddisfare le richieste della direttiva europea sarà necessario ristrutturare circa un milione di immobili entro il 2030.
La strategia del governo per incentivare queste ristrutturazioni si focalizzerà probabilmente sulla revisione dei bonus esistenti, con particolare attenzione a quelli che hanno una scadenza imminente, come l’Ecobonus e il Superbonus stesso, previsti per decadere alla fine del 2024. Francesca Andreolli, ricercatrice specializzata in efficienza energetica, sottolinea l’importanza di adottare un sistema di incentivazione adeguato, mentre Alessandra Egidi, segretaria generale di Confedilizia, invoca un piano strutturale che preveda anche investimenti sugli adeguamenti sismici.
Le sfide economiche e burocratiche
La discussione sui bonus edilizi non può prescindere dal tema della cessione del credito di imposta, un meccanismo che ha ampliato la platea dei beneficiari ma che ha anche aperto le porte a truffe e problemi di liquidità per alcune imprese. La necessità di mantenere tale sistema per i redditi più bassi è stata evidenziata da più parti, così come l’esigenza di fare chiarezza sui fondi disponibili per sostenerlo.
Allo stesso tempo, la mancanza di un fondo europeo specifico per sostenerli solleva interrogativi su dove trovare le risorse necessarie. L’Italia potrà attingere da diverse fonti, tra cui il Pnrr e i Fondi di coesione, ma resta aperta la questione di una programmazione a lungo termine. Silvia Ricci, vicepresidente dell’Ance, auspica l’istituzione di un fondo ad hoc per evitare le difficoltà incontrate in passato, mentre Confedilizia spinge per un miglioramento ulteriore della direttiva europea, al fine di garantire un supporto più concreto agli interventi di riqualificazione.
La transizione verso le case green in Italia è quindi un percorso complesso, che richiede un approccio multifacettato. Le sfide sono molteplici, dalla definizione delle risorse finanziarie alla revisione dei meccanismi di incentivo, passando per la necessità di un maggiore controllo per prevenire abusi. Solo con un impegno congiunto di governo, imprese del settore edilizio e cittadini sarà possibile realizzare l’ambizioso obiettivo di un patrimonio immobiliare più efficiente e sostenibile.