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L’industria manifatturiera in ripresa: segnali positivi da Italia e Spagna
Nel panorama economico europeo, il settore manifatturiero mostra segnali di ripresa, soprattutto in Italia e in Spagna. Secondo l’ultimo report di S&P, marzo ha segnato una svolta positiva per l’industria manifatturiera italiana, interrompendo una fase di declino durata quasi un anno. ‘Il rafforzamento delle condizioni operative è stato il risultato della rinnovata crescita della produzione e dei nuovi ordini, così come della crescita delle assunzioni. La pressione al ribasso dell’indice principale di marzo arriva solo dalla giacenza degli acquisti, con le aziende che hanno continuato a ridurre le rimanenze delle materie prime e dei semilavorati’, si legge nella nota di S&P.
La ripresa è stata alimentata da una leggera espansione delle vendite totali, soprattutto grazie ai clienti nazionali, mentre la domanda estera ha mostrato una modesta diminuzione. Tuttavia, l’incremento dei nuovi ordini, seppur frazionale, ha rappresentato un momento significativo, essendo la prima crescita registrata in un anno. Le aziende, rispondendo a un maggiore interesse da parte dei clienti, hanno aumentato i volumi produttivi a marzo, ponendo fine a una sequenza di declino di 11 mesi.
L’Italia e la Spagna guidano la ripresa dell’Eurozona
Tariq Kamal Chaudhry, economista della Hamburg Commercial Bank, ha commentato positivamente i dati italiani, affermando: ‘Il settore manifatturiero italiano può tirare un sospiro di sollievo. Dopo quasi un anno di difficoltà il Pmi Hcob è uscito dalla zona di contrazione e l’Italia si unisce alla Spagna come seconda, fra le quattro maggiori economie europee, nel registrare espansione. La produzione ha visto un salto significativo rispetto ai mesi precedenti’. Queste parole sottolineano l’importanza della ripresa italiana nel contesto più ampio dell’Eurozona.
Nonostante questi segnali positivi, il Pmi manifatturiero dell’Eurozona ha toccato il livello minimo degli ultimi tre mesi a 46,1, dimostrando come la ripresa sia ancora fragile e disomogenea tra i vari paesi membri. Il calo dell’indice è stato influenzato principalmente dalla variazione dei tempi medi di consegna e dalla giacenza degli acquisti, con un miglioramento delle prestazioni dei fornitori grazie alla diminuzione delle interruzioni causate dalla deviazione dei mercantili dal Canale di Suez.
Situazione contrastante tra i paesi dell’Eurozona
La Germania e la Francia, in particolare, continuano a mostrare risultati insoddisfacenti. Il Pmi manifatturiero tedesco è sceso per il secondo mese consecutivo, attestandosi a 41,9, il livello più basso degli ultimi cinque mesi. Anche la Francia ha registrato un calo, con l’indice Pmi manifatturiero a 46,2, indicando un solido deterioramento delle condizioni operative. Al contrario, la Spagna ha mostrato un modesto miglioramento, con il Pmi manifatturiero stabile a marzo, e anche il Regno Unito ha superato la soglia della crescita, con un indice Pmi a 50,3 punti.
Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha evidenziato l’anomalia attuale nel settore manifatturiero dell’Eurozona: ‘Non sorprende affatto che le nostre previsioni a brevissimo termine sul Pil, che includono i dati pmi, anticipino un allungamento della recessione del settore manifatturiero dell’eurozona. Con due nazioni, la Germania e la Francia, che al momento sono più o meno inattive, attualmente assistiamo ad una situazione anomala. D’altro canto, secondo i dati Pmi, l’Italia e la Spagna hanno iniziato la ripresa rispettivamente da marzo e febbraio. Finora, tuttavia, questo non è abbastanza per trascinare l’intera eurozona in modalità di crescita, e una sostenuta svolta economica sarà visibile solo se tutte le quattro nazioni all’unisono ritorneranno in azione’.
Il quadro che emerge dai dati recenti sottolinea dunque una recuperazione a due velocità all’interno dell’Eurozona, con Italia e Spagna che si distinguono per la loro capacità di invertire la tendenza negativa, mentre altri paesi chiave stentano ancora a trovare la strada della ripresa. Questa dinamica impone una riflessione sulle strategie economiche da adottare per garantire una crescita sostenibile e inclusiva a livello europeo.