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Eni e Saipem trainano la corsa in Borsa, mentre TIM naviga in acque turbolente
Le big oil italiane, Eni e Saipem, hanno impresso una marcata accelerazione a Piazza Affari, registrando una crescita superiore al 2%. Questo rialzo è stato alimentato dall’incremento delle quotazioni del petrolio, che ha recentemente toccato i massimi da novembre, trainato dall’escalation delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente. In particolare, l’agenzia di stampa Sana ha riportato un attacco israeliano a Damasco, mirato a edifici dell’ambasciata iraniana, evento che ha contribuito a infiammare ulteriormente il mercato del crude oil.
Secondo quanto riportato dagli analisti di ING, ‘i prezzi del petrolio hanno continuato la loro escalation, con il Brent che ha raggiunto quasi 88 dollari al barile, un picco intraday che non si vedeva da inizio novembre’. Gli esperti hanno sottolineato come le tensioni in Medio Oriente abbiano fornito un ulteriore impulso al rialzo, in un contesto in cui i fondamentali del petrolio si stanno stabilizzando, anche grazie ai tagli volontari aggiuntivi promossi dall’OPEC+.
Telecom Italia sotto i riflettori: tra sfide interne e la disputa con Starlink
Telecom Italia (TIM) continua a essere al centro dell’attenzione degli investitori, dopo un marzo difficile e l’avvio di aprile segnato dalla controversia con Starlink, la compagnia di Elon Musk. Quest’ultima ha infatti sollevato questioni presso l’Agcom e il Governo italiano, accusando TIM di ostacolare l’introduzione di internet veloce in Italia, con possibili ripercussioni negative per i servizi nel sud dell’Europa e in nord Africa. Bloomberg News ha rivelato che, per mesi, Telecom Italia non avrebbe rispettato le normative relative alla condivisione dei dati sullo spettro, necessarie per evitare interferenze di frequenza.
Nonostante le sfide interne e le controversie esterne, il consiglio di amministrazione di TIM ha visto recentemente l’aggiunta di nuove liste di candidati, tra cui quelle presentate da Asati, Bluebell Capital Partners e Merlyn. Questi sviluppi hanno suscitato l’interesse degli analisti, in particolare di quelli di Equita, che mantengono una valutazione positiva su TIM. Essi ritengono che ‘per la stabilità finanziaria di TIM sia cruciale completare la cessione di NetCo e proseguire la strategia di stabilizzazione dei risultati in Italia e di crescita in Brasile’.
La governance di TIM tra continuità e nuovi orizzonti
La questione della governance di TIM e delle sue future direzioni strategiche è al centro di un vivace dibattito tra gli azionisti e il mercato finanziario. La decisione di non presentare una lista per il rinnovo del cda da parte di Vivendi, che ha invece optato per presentare una lista per i sindaci, aggiunge un ulteriore elemento di incertezza sulle future mosse della compagnia. Ad oggi, le intenzioni di voto di Vivendi rimangono un interrogativo aperto, alimentando speculazioni e attese sul futuro assetto societario di TIM.
Gli analisti di Equita sottolineano l’importanza di una continuità nella governance e nel team di gestione di TIM, considerandola la scelta più razionale per il mercato. Questa continuità è vista come fondamentale per ridurre i rischi legati alla rimessa in discussione dell’accordo su NetCo, con i potenziali costi aggiuntivi derivanti da ogni mese di ritardo, e a un possibile cambio di strategia. La stabilità e una visione chiara e coerente sembrano essere, dunque, gli elementi chiave per navigare con successo in un contesto di mercato sempre più complesso e sfidante.
Il panorama di Piazza Affari si mostra quindi particolarmente dinamico, con le big oil che cavalcano l’onda dei rialzi del petrolio e TIM che cerca di mantenere il timone in un mare agitato da dispute legali e questioni strategiche. Il futuro di Telecom Italia, così come quello delle altre grandi aziende italiane, dipenderà dalla capacità di adattarsi e navigare in questo scenario globale incerto, mantenendo al contempo una gestione solida e una visione strategica lungimirante.