Catastrofi ambientali e cambiamenti climatici
Catastrofi ambientali e cambiamenti climatici continuano a rappresentare una minaccia sempre più pressante per il nostro pianeta. Gli anni recenti, in particolare dal 2015 al 2023, sono stati contrassegnati da temperature record e eventi meteorologici estremi, con il 2023 che si è distintamente affermato come l’anno più caldo di sempre. Le perdite economiche a livello globale a causa di queste catastrofi hanno raggiunto cifre allarmanti, con stime che superano i 250 miliardi di dollari.
La relazione tra assicurazioni e catastrofi
In questo contesto, emerge un dato preoccupante riguardante il settore assicurativo. In Italia, ben 87% delle perdite derivanti da catastrofi naturali non sono coperte dalle polizze assicurative. Questo divario significativo evidenzia una vulnerabilità che potrebbe avere conseguenze devastanti in caso di eventi futuri. A confronto, paesi come Gran Bretagna, Svizzera e Francia presentano percentuali di copertura assicurativa molto più elevate, seppur con margini di miglioramento.
Un esempio tangibile di questa situazione è rappresentato dall’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna, evento causato da precipitazioni eccezionali che hanno superato i 300 mm di pioggia in soli due giorni. Alcune zone hanno registrato addirittura quantità fino a 500 mm, pari a 500 litri al metro quadrato, la quantità di pioggia che normalmente si registra in 6-8 mesi. I danni stimati per quest’alluvione si aggirano attorno ai 10 miliardi di dollari, rendendola l’evento meteorologico più costoso in Italia dagli anni ’70, con appena il 6% dei danni coperti da assicurazioni.
Innovazione e adattamento nel settore vitivinicolo
Parallelamente a queste sfide, settori chiave come quello vitivinicolo stanno affrontando trasformazioni significative per adeguarsi ai cambiamenti climatici in corso. Il Consorzio di Tutela Vini Valpolicella ha introdotto modifiche nei disciplinari di produzione per vini prestigiosi come Valpolicella, Amarone e Recioto, evidenziando la necessità di adattamento e innovazione.
Testimonianze come quella di Olga Bussinello, ex direttrice del Consorzio della Valpolicella, mettono in luce l’evoluzione delle pratiche agricole, con la coltivazione delle vigne che si è spinta a quote sempre più elevate, passando dai 400 metri fino ai 600 metri. Inoltre, l’adozione di nuovi cloni di vitigni riflette la costante ricerca di soluzioni per preservare la qualità e la sostenibilità della produzione.
Matilde Poggi, figura di spicco nel panorama vitivinicolo europeo, sottolinea come anche il metodo di allevamento della vite stia subendo cambiamenti significativi, con un ritorno al sistema tradizionale della pergola veronese. Quest’approccio permette alle foglie di formare una sorta di tetto naturale che protegge i grappoli dai rischi legati agli eccessi di calore, dimostrando un’attenzione crescente alla sostenibilità ambientale e alla resilienza delle coltivazioni.
La questione della biodiversità e dell’impollinazione rappresenta un altro nodo cruciale legato agli impatti ambientali in atto. Numerose specie impollinatrici, tra cui api e farfalle, sono a rischio di estinzione a causa delle pressioni ambientali sempre più intense. Questo fenomeno minaccia non solo la diversità biologica, ma anche la produzione alimentare, come evidenziato da José Graziano Da Silva della FAO, che sottolinea come la scomparsa delle api e di altri impollinatori possa compromettere la disponibilità di alimenti fondamentali come caffè, mele, mandorle, pomodori e cacao.