Rallentamento dei mercati finanziari
Il rally ha il fiato corto. Dopo un inizio d’anno in crescita, i mercati finanziari a marzo sembrano rallentare. Mentre l’indice MSCI World ha registrato un modesto aumento, l’S&P 500 è rimasto poco sopra la parità. L’eccezione è stata Piazza Affari, che ha segnato un aumento superiore al 2%, trainata dal settore bancario e da una politica monetaria restrittiva. Quest’ultima ha favorito i profitti delle istituzioni di credito grazie agli alti tassi d’interesse.
Se da un lato le azioni rallentano, dall’altro i beni rifugio continuano a essere al centro dell’interesse degli investitori. L’oro, ad esempio, ha registrato un aumento del 6% nelle ultime cinque sessioni, raggiungendo un nuovo massimo storico oltre i $2.150. L’incertezza sulla politica monetaria ha spinto gli operatori a ridurre gli acquisti in Borsa, orientandosi verso investimenti considerati sicuri come l’oro. Le prossime decisioni della BCE e le dichiarazioni di Christine Lagarde saranno cruciali per comprendere le future dinamiche di mercato.
Jerome non molla
Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha chiarito durante l’audizione al Congresso degli Stati Uniti che non ha intenzione di tagliare i tassi d’interesse in fretta e che interverrà solo quando sarà certo che l’inflazione si avvicini al 2%. Powell ha indicato che potrebbe essere appropriato iniziare a rivedere la politica monetaria nel corso dell’anno, ma senza fornire dettagli precisi sui tempi. Ha sottolineato i progressi dell’economia verso gli obiettivi prefissati e l’incertezza sull’outlook economico.
Gli operatori non prevedono un primo taglio dei tassi né a marzo né a maggio, attribuendo al 58,9% la probabilità di un primo taglio a giugno. Il primo intervento di politica monetaria sul tasso d’interesse, attualmente al 5-5,25%, è previsto per il terzo trimestre del 2024, seguito da una pausa. Le dichiarazioni di Powell hanno influenzato le aspettative sulle future decisioni della Fed, con gli investitori che monitorano da vicino gli sviluppi economici.
La super campagna elettorale
La campagna elettorale negli Stati Uniti si fa sempre più intensa, con il Supertursday che registra i primi colpi. Nikki Haley ha annunciato il ritiro dalla corsa per la candidatura alla Casa Bianca senza però esprimere supporto per l’ex Presidente Trump. Quest’ultimo sta cercando sostegno da diverse figure di spicco, inclusi gli elettori-delegati di Haley e Elon Musk. Il magnate sudafricano ha dichiarato di non finanziare nessun candidato, mettendo in difficoltà Trump.
La campagna elettorale si preannuncia come una delle più costose della storia, con cifre esorbitanti destinate a spese pubblicitarie e strategie di comunicazione. L’accordo mancato con Musk ha influenzato il mercato azionario, con le azioni della Digital World Acquisition che hanno subito un calo superiore al 12%. Gli investitori sono in attesa di sviluppi e nuove alleanze in vista delle prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti.