In Italia mancano 250mila figure professionali, la colpa è dei titolari – Vi dico io di chi è la colpa principale
Chi oggi è titolare di ristorante o pizzeria è una persona da ammirare perché vessato da leggi assurde, organi di controllo spesso privi di buonsenso, rincari folli di materie prime e fonti energetiche, dipendenti non sempre all’altezza, delinquenza sempre agguerrita e clienti sempre più rompiscatole. Ma non l’ha prescritto il medico a nessuno di farlo, ergo se lo fai non devi scaricare su dipendenti o sui clienti le tue difficoltà, anche perché non dividi con nessuno i tuoi eventuali successi. Sfogati quanto vuoi e io sarò dalla tua parte, ma non rivalerti sul tuo personale o sui tuoi clienti. Magari chiedi più tutela allo Stato a cui versi copiosamente tasse. Sennò è una guerra tra poveri.
Si ragiona per grandi numeri e il caso del dipendente che il titolare strapagava e trattava come un figlio che se ne va alla vigilia di un banchetto con 400 persone perché, altrove, gli hanno promesso 5 euro in più al mese, non fa testo in un ragionamento di massima come il mio, ergo non scrivetelo proprio nei commenti. Sappiamo tutti che ci sono dipendenti incapaci e menefreghisti, ma c’è tanta gente capace e se non viene da voi o se ne va, il motivo è nei righi successivi.
Paga giusta e rispetto del dipendente: chiave per un ambiente di lavoro sano
Pagate il giusto i dipendenti e vedete se vengono o meno. Ricordando che il titolare è l’unico che deve assumersi il rischio imprenditoriale e quindi deve retribuire il dipendente, soprattutto se extra, ossia a chiamata e non fisso, pure se la serata va male, e non come ci si aspettava. Troppo spesso ho sentito di extra che a fine sabato sera ricevevano meno del pattuito perché c’era stata una affluenza minore del previsto o addirittura venivano mandati a casa prima che la serata iniziasse, a fronte di poche prenotazioni, con 10 euro per prendere il bus e comprarsi un gelato.
Tempi di lavoro assurdi. Ci sono strutture che pure a fronte di uno stipendio dignitoso, chiedono orari da negrieri, fregandosene delle leggi in materia. Far lavorare una persona 12-14 ore al giorno 7 su 7, per 3 mesi (giugno, luglio, agosto) è da denuncia, pure se mi dai 3mila al mese. Perché significa portare una persona al limite delle sue capacità fisiche, minandone l’equilibrio sia fisico che mentale. E tutto questo per non assumere altro personale. Oltretutto il lavoro deve conciliarsi con momenti di svago e con impegni familiari, sennò è un carcere. Punto.
Un ambiente di lavoro sano favorisce la produttività e la fedeltà dei dipendenti
Oltretutto, se il personale sta bene è più produttivo perché fedele all’azienda in cui sa di poter lavorare con serenità, mentre in alcuni locali c’è un clima di tensione palpabile che il cliente avverte. Basta con questa storia che i giovani non vogliono lavorare. Non vogliono più essere sfruttati, questo sì. D’altronde conosco locali dove il personale sta da anni ed è felice di lavorare in quel posto. Quindi è facile capire il perché altrove non sia così…fermo restando che le difficoltà di un titolare di ristorante le capiamo sicuramente, e spesso sono tante, ma ripeto, non vanno scaricate sul personale. MAI.
I datori di lavoro devono comprendere che, per lavorare senza avere problemi di personale, devono moderare la brama di guadagno e ad esempio rinunciare ad un tavolo che si presenta a chiusura già avviata perché anche i dipendenti hanno una famiglia e una vita sociale. Sennò fra poco trovare un cameriere valido sarà una impresa titanica, e si offriranno sul mercato solo persone non professionali che devono adattarsi a tutto per necessità ma che ovviamente, offriranno un modestissimo contributo all’azienda, proprio perché non professionisti del mestiere.