La notizia che ha scosso gli stabilimenti di Mirafiori è il prolungamento della cassa integrazione, portando la pausa fino al 30 marzo. Con un’interruzione che si protrae per ben sette settimane, circa due mesi, i dipendenti si trovano di fronte a una situazione difficile. Carlos Tavares, CEO di Stellantis, aveva già avvertito della possibile crisi imminente a Mirafiori con queste parole: “Senza sussidi all’auto elettrica Mirafiori e Pomigliano sono a rischio tagli.”
Impatto sulla Produzione e sui Lavoratori
La produzione della 500 elettrica subirà una significativa riduzione, passando a un solo turno che comporterà la produzione di 215 vetture al giorno. Questo rappresenta un terzo in meno rispetto alla media giornaliera del 2023. La prospettiva di raggiungere le 100.000 vetture all’anno sembra sempre più irraggiungibile, con una previsione di almeno 20.000 vetture in meno nel bilancio finale. Con il rinvio della produzione della Berlina Maserati e la fine del ciclo di Quattroporte, Ghibli e Levante, Mirafiori si troverà a assemblare un numero esiguo di automobili.
Le reazioni dei sindacati non si sono fatte attendere, con Edi Lazzi della Fiom Cgil di Torino che ha dichiarato: “Questa nuova richiesta di cassa integrazione è una sciagura.” La notizia della possibile fusione con la Renault aggiunge ulteriore incertezza sulla stabilità dei siti produttivi italiani. La cassa integrazione coinvolgerà tra i 300 e i 350 lavoratori delle Carrozzerie di Mirafiori, mentre circa 1.500 dipendenti verranno spostati in altri reparti dello stabilimento. La preoccupazione per la sostenibilità economica e produttiva dell’impianto rimane alta, con la richiesta di un nuovo modello che garantisca il futuro di Mirafiori.
Gli appelli dei sindacati a Carlos Tavares di Stellantis per un nuovo modello di “largo consumo” che possa affiancare la 500 elettrica sono sempre più pressanti. Ferdinando Uliano della Fim Cisl esprime preoccupazione per il rallentamento produttivo a Mirafiori e il ricorso agli ammortizzatori sociali, sottolineando le difficoltà che il sito sta affrontando. La richiesta di CIG fino a fine marzo per oltre 2.000 lavoratori e il passaggio da due turni a uno confermano una situazione in rapida evoluzione e altamente critica.