Il Vertice Italia-Africa e la sua distanza dal Niger
Nel Niger, il Vertice Italia-Africa è stato un argomento assente dalle conversazioni quotidiane. La distanza tra l’evento e la realtà politica del Paese è stata evidente, risultando troppo distante per generare impatto. Da quando ha subito un colpo di stato lo scorso luglio, il Niger si trova attualmente sotto l’osservazione giuridica della Comunità Internazionale.
Assenti e presenti al Vertice: una riflessione critica
Al Vertice, erano presenti numerose rappresentanze degli Stati africani, organizzazioni internazionali, istituzioni finanziarie e vertici dell’Unione Europea. Tuttavia, gli assenti sono stati altrettanto numerosi, tra cui la società civile africana, le rappresentanze dei migranti e soprattutto quella parte di Africa profonda che i leader statali non rappresentano affatto, ovvero i poveri.
L’ambiguità del Piano Mattei è stata sottolineata dalle parole del segretario generale dell’Unione Africana, che ha evidenziato l’esclusione dell’Africa nella fase di proposta di un piano che la coinvolge direttamente. L’approccio ‘paritario, non predatorio e non caritatevole, con l’obiettivo di contribuire alla crescita dell’Africa’ proposto, richiama alla mente gli accordi precedentemente stipulati dall’Italia con la Tunisia e l’Albania.
La storia struggente di Constantin: un testimone della realtà migratoria
Constantin, giunto in ufficio durante il Vertice, porta con sé una storia toccante che evidenzia la drammaticità della realtà migratoria. Partito dal Camerun, ha viaggiato attraverso diversi Paesi africani, affrontando sfide e pericoli inimmaginabili. Dopo aver lavorato come giornaliero per anni e tentato ripetutamente di raggiungere l’Italia, ha vissuto esperienze terribili, tra naufragi, detenzioni e deportazioni.
La sua vicenda, segnata da tragedie personali e disperati tentativi di trovare una via migliore, rappresenta un frammento di una realtà ben più vasta e complessa. Constantin, con il suo coraggio e la sua determinazione, simboleggia la lotta e la sofferenza di tanti altri migranti che, come lui, cercano una speranza di vita migliore, spinti dalla disperazione e dalla ricerca di un futuro dignitoso.