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Bruxelles e la controversa strategia CCS: una “bacchetta magica” contro la crisi climatica?
Bruxelles si prepara a svelare la sua strategia per contrastare la crisi climatica con un approccio che alcuni definiscono controverso. Secondo quanto riportato da Rinnovabili.it, la Commissione europea sembra credere di poter far fronte alla sfida climatica attraverso un “conteggio disonesto” dei tagli alle emissioni e l’utilizzo di una sorta di “bacchetta magica”. Invece di fissare obiettivi concreti di riduzione delle emissioni, si parla di emissioni nette e si attribuisce un ruolo significativo a soluzioni che non affrontano strutturalmente il problema dei gas serra.
Obiettivi al 2040 e il ruolo della CCS
Secondo Greenpeace, i tagli effettivi delle emissioni potrebbero non superare l’82%, con il restante 8% che verrebbe coperto dalla cattura e lo stoccaggio della CO2. Tuttavia, l’organizzazione avverte che la proposta della Commissione non distingue obiettivi separati per le riduzioni effettive e la cattura della CO2. Questo potrebbe portare a un uso strumentale della cattura del carbonio, impedendo una reale transizione verso un’economia a basse emissioni.
La questione dei combustibili fossili e la neutralità climatica
Un’altra critica riguarda l’assenza di scadenze definitive per l’abbandono graduale delle fonti fossili. Questo lascerebbe spazio all’espansione di petrolio e gas, che verrebbero resi accettabili dal punto di vista climatico grazie alla CCS. Greenpeace evidenzia come il piano per il 2040 mantenga un ruolo significativo per i combustibili fossili, insieme alla tecnologia di cattura e stoccaggio del carbonio, senza specificare volumi precisi ma accennando all’uso di petrolio e gas fossile in vari settori.