Orsi in Trentino: la polemica per l’abbattimento o la cattura di M90
La vicenda degli orsi in Trentino continua a destare polemiche e preoccupazioni, con l’attenzione concentrata sul giovane esemplare M90. L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ha sollevato la questione presso la politica nazionale, chiedendo la salvaguardia della vita e della libertà di questo animale. Il presidente della Provincia autonoma di Trento ha manifestato l’intenzione di eliminare M90, con il supporto dell’Ispra che ha approvato le due possibilità: abbattimento o cattura, sebbene Fugatti abbia dichiarato pubblicamente la preferenza per la prima opzione.
M90, dotato di radiocollare, è stato avvistato più volte in prossimità di zone abitate, risultando coinvolto in episodi dannosi come il danneggiamento di una recinzione agricola e di un cassonetto dell’organico nella Val di Sole. Tuttavia, la situazione si è fatta più critica quando l’orso è stato investito il 14 ottobre lungo la strada statale 42 vicino a Mezzana. Ulteriori preoccupazioni sono emerse dopo che la Provincia ha riportato un episodio in cui M90 avrebbe seguito per 800 metri una coppia di escursionisti nei pressi dell’abitato di Ortisè. La decisione finale sulla sorte di M90 rimane ora nelle mani delle autorità provinciali.
La difesa dell’orso M90 e le posizioni contrastanti
La vicenda di M90 ha diviso le opinioni e scatenato un acceso dibattito tra sostenitori della tutela degli animali e coloro che ritengono necessarie azioni drastiche per gestire la presenza degli orsi nel territorio trentino. Molti si schierano a difesa dell’orso, sottolineando l’importanza di preservare la biodiversità e il ruolo dei grandi carnivori negli ecosistemi locali. Secondo l’Oipa, la vita di M90 dovrebbe essere risparmiata e si dovrebbero adottare misure non invasive per gestire la sua presenza.
Dall’altra parte, vi sono coloro che sostengono la necessità di intervenire in maniera decisa per garantire la sicurezza delle comunità locali e prevenire danni alle attività umane. L’abbattimento di M90 è stato proposto come soluzione per evitare potenziali situazioni pericolose e proteggere la popolazione. Le autorità si trovano quindi di fronte a un dilemma delicato, bilanciando la conservazione della fauna selvatica con la sicurezza pubblica.
Le incognite sul futuro di M90 e il confronto tra le parti interessate
Al momento, il destino di M90 rimane incerto, con varie voci che si levano per sostenere posizioni contrastanti. Da un lato, si evidenzia la necessità di adottare strategie di gestione più efficaci per prevenire episodi dannosi e garantire la coesistenza pacifica tra uomo e orso. Dall’altro, si ribadisce il diritto degli animali selvatici di vivere liberi nei loro habitat naturali, senza subire ingiustizie o condanne a morte.
Il confronto tra le parti interessate si prospetta lungo e complesso, coinvolgendo istituzioni, esperti ambientali, attivisti e cittadini preoccupati. La decisione finale sulla sorte di M90 avrà implicazioni rilevanti non solo sul piano locale, ma anche a livello nazionale e internazionale, influenzando le politiche di conservazione della fauna selvatica e il rapporto tra uomo e natura. Resta dunque aperta la questione su come gestire in maniera equilibrata la presenza degli orsi nel contesto trentino e garantire la sicurezza di tutti gli attori coinvolti.