L’Armata di Dio: Scintilla di Identitarismo e Xenofobia
Al confine Usa arriva l’armata di Dio, un manipolo di sovranisti decisi a proteggere la patria dagli invasori, come dichiarato dagli speaker durante il comizio di San Ysidro. Si tratta di un’azione dimostrativa del Take Our Border Back che ha richiesto la chiusura del confine e l’abrogazione del diritto d’asilo. In questo contesto, si sono susseguiti interventi sulla superiorità del “popolo eletto” e sulla necessità di preservare la nazione dagli stranieri, con riferimenti costanti alla volontà divina. Questo evento rappresenta un’emanazione della retorica xenofoba che si alimenta di paura e identitarismo, sfruttando l’immigrazione come pretesto per rafforzare posizioni nazionaliste.
La retorica di sostituzione etnica e il populismo sono pilastri fondamentali su cui si basa il movimento, alimentando paure e pregiudizi nella società. Accuse infondate di criminalità, droga e concorrenza sul mercato del lavoro vengono strumentalizzate per giustificare una linea dura sull’immigrazione. Tuttavia, la realtà economica smentisce tali affermazioni, evidenziando come gli immigrati siano parte integrante dell’economia statunitense, svolgendo spesso lavori che molti cittadini americani non sono disposti a fare. Il populismo Maga si nutre di queste paure, costruendo un’immagine distopica della società minacciata da forze esterne.
La Tensione al Confine e le Minacce Latenti
A San Ysidro, le bandiere del Texas sventolavano in segno di solidarietà con la crisi costituzionale innescata dal governatore Greg Abbott. La decisione di inviare la guardia nazionale a controllare i valichi di competenza della Border Patrol federale ha innescato una crisi di autorità tra lo stato del Texas e il governo federale. Questo atteggiamento di sfida alle istituzioni centrali rischia di alimentare tensioni e divisioni all’interno del paese, soprattutto considerando il sostegno di altri stati Gop alla causa. La militarizzazione del confine e le minacce di resistenza armata rappresentano un pericoloso gioco politico che potrebbe sfociare in eventi drammatici.
La presenza di estremisti di destra all’interno del movimento è una costante preoccupante. Gruppi di miliziani, complottisti e estremisti che hanno preso parte all’insurrezione del 6 gennaio si sono identificati anche tra i partecipanti al convoglio. Questa convergenza tra estremismo politico e azioni dimostrative rischia di trasformare la retorica in azioni violente. La mobilitazione al confine, se da un lato potrebbe avere fini principalmente elettorali, dall’altro rappresenta una minaccia reale per la sicurezza degli immigrati e potenzialmente per la stabilità interna degli Stati Uniti.