Gli attacchi mirati Usa contro gli Houthi nel Mar Rosso
I raid effettuati dagli Stati Uniti al cuore degli Houthi nello Yemen hanno scosso la regione, provocando tensioni e reazioni decise da entrambe le parti. La strategia anglo-americana nel mar Rosso è stata definita “chiara” e mira a logorare le forze nemiche tramite attacchi mirati e continui. Dopo il terzo blitz contro gli Houthi dal 12 gennaio, gli Stati Uniti hanno colpito 85 obiettivi di miliziani filo-iraniani in Irak e Siria, seguiti da un’altra serie di attacchi contro i ribelli yemeniti sostenuti da Teheran.
Il sostegno internazionale a queste azioni è evidente, con Regno Unito, Canada, Paesi Bassi e Bahrein che si sono uniti agli Stati Uniti nell’annientare 36 obiettivi dei ribelli in 13 località dello Yemen. I missili sono stati lanciati dalla portaerei Eisenhower e i Typhoon della Royal Air Force hanno bombardato siti tattici, con l’intento di ridurre le aggressioni degli Houthi contro le navi nel Mar Rosso. Questi attacchi hanno preso di mira arsenali, sistemi missilistici e di difesa aerea, dimostrando una determinazione a indebolire le capacità nemiche.
Reazioni e dichiarazioni delle parti coinvolte
Le reazioni alle azioni anglo-americane non si sono fatte attendere, con dichiarazioni di condanna e minacce da parte degli Houthi e dei loro sostenitori. Il ministro della Difesa britannico Shapps ha sottolineato che le operazioni sono proporzionate e rispettano il diritto internazionale, ma ha anche chiarito che non si cederà ai ricatti. Da parte americana, il segretario alla difesa Austin ha avvertito che ci saranno ulteriori conseguenze se i ribelli non interromperanno i loro attacchi illegali.
Nonostante i raid, gli Houthi mostrano determinazione nel continuare la loro resistenza. Il generale Yahya Saree ha promesso una “risposta distruttiva” agli attacchi, definendoli per lo più uno “spettacolo mediatico”. Le reazioni internazionali non si limitano alle parti coinvolte direttamente: l’Iran ha condannato le azioni degli Stati Uniti e del Regno Unito, definendole fonte di caos e instabilità nella regione, mentre Hamas accusa Washington e Londra di versare “sangue innocente”.
Le tensioni nella regione sono palpabili, con molte voci che esprimono preoccupazione per le conseguenze a livello regionale e internazionale degli attacchi contro gli Houthi. L’ira iraniana e le minacce di rappresaglie pongono l’area in uno stato di instabilità crescente, mentre le dichiarazioni degli Houthi riguardo alla solidità delle capacità militari yemenite fanno presagire una resistenza prolungata. La situazione si fa sempre più tesa, con molte incognite sul futuro degli equilibri di potere nella regione.