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La saga della famiglia Caprotti e l’editoria: una querelle che si evolve
Marina e Giuseppe Caprotti, figli del fondatore dell’Esselunga, Bernardo, si trovano al centro di una nuova controversia, stavolta di natura editoriale. Il 13 febbraio sarà pubblicata la terza edizione di «Falce e carrello», il libro autobiografico di Bernardo Caprotti, con un significativo sottotitolo: «In memoria di un uomo che non può più difendersi». La nuova edizione presenta tre nuovi capitoli, di cui il primo, intitolato «Lettera a papà», promette di essere particolarmente interessante. Marina ha redatto questo capitolo con l’intento di “rispondere” e difendere la memoria del padre da quanto raccontato dal fratello Giuseppe in «Le ossa dei Caprotti».
Il contrasto tra due narrazioni: «Falce e carrello» vs «Le ossa dei Caprotti»
Il libro «Falce e carrello – Le mani sulla spesa degli italiani» narra la storia dell’Esselunga e i contrasti che Bernardo Caprotti ha affrontato con il sistema delle cooperative rosse e l’appoggio politico che ha limitato la crescita dell’azienda nel Centro-Nord Italia. Questa narrazione ha scatenato oltre dieci cause civili promosse da Coop Italia e due sue consociate: Coop Liguria ed Estense.
Dall’altra parte, «Le ossa dei Caprotti» rappresenta il racconto della dinastia industriale lombarda, con particolare focus sul primogenito Giuseppe. Il libro si concentra sulle vicende personali e professionali di Giuseppe, dall’ingresso nell’azienda di famiglia nel 1986 fino alla sua nomina a amministratore delegato nel 2002 e al conseguente allontanamento nel 2004. Durante la presentazione del libro, Giuseppe ha chiarito che il suo intento non era parlare del rapporto con il padre, ma mettere in luce fatti e vicende che lo hanno colpito dal punto di vista professionale e personale, ponendo così una chiusura al passato.