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Parigi al voto contro i SUV: un referendum controverso
A Parigi, si è tenuto un referendum consultativo per contrastare l’uso diffuso di SUV, veicoli spesso considerati inquinanti e ingombranti. La sindaca socialista Anne Hidalgo ha guidato questa iniziativa, ottenendo il 54% dei voti. Si tratta del primo voto in una grande città europea contro un modello di automobile sempre più diffuso, sebbene sia stato criticato per i suoi impatti negativi sull’ambiente e sulla sicurezza stradale.
Il referendum ha sollevato polemiche e dubbi, specialmente riguardo alle categorie di veicoli interessate dalle nuove tariffe. La lotta di Hidalgo contro le auto in città ha preso di mira i SUV, veicoli considerati poco ecologici e eccessivamente grandi per le strade urbane. Tuttavia, la partecipazione al voto è stata bassa, con soli il 5% degli aventi diritto che si è recato alle urne, sollevando interrogativi sulla rappresentatività della decisione presa.
Definizioni sfuggenti e criteri controversi
Una delle principali criticità emerse riguarda la mancanza di una definizione chiara di cosa sia un SUV. Se inizialmente la campagna elettorale si era concentrata su questa tipologia di veicoli, nei bollettini di voto la parola “SUV” è stata omessa, generando confusione tra gli elettori. Le nuove tariffe non si limitano ai SUV, ma coinvolgono anche auto tradizionali, creando incertezza su quali vetture saranno effettivamente penalizzate.
L’implementazione dei criteri per determinare le tariffe ha portato a risultati sorprendenti: vetture considerate inquinanti, ma leggere, potrebbero non essere soggette alle tariffe speciali, mentre auto più piccole e meno inquinanti potrebbero vedere triplicati i costi di parcheggio. Questa confusione ha sollevato dubbi sull’efficacia e sull’equità delle misure proposte, mettendo in discussione l’effettiva riduzione dell’inquinamento atmosferico e l’obiettivo di favorire la mobilità sostenibile.