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Il Principio del Consenso: Una Battaglia per i Diritti e la Sicurezza
In un contesto in cui la definizione di stupro si scontra con le normative vigenti, emerge con forza la necessità di riaffermare un concetto fondamentale: il sesso senza consenso è sempre stupro. Questo principio, condiviso da molte voci dell’associazionismo, rappresenta un pilastro irrinunciabile nella lotta contro la violenza di genere. L’Associazione Differenza Donna APS ha sollevato la questione in modo chiaro e incisivo, chiedendo al Consiglio europeo di non compromettere la Direttiva contro la violenza di genere.
La Direttiva in questione
si basa su due punti cruciali: la definizione di stupro come ‘rapporto sessuale senza consenso’ e l’introduzione del reato di molestie sessuali, specialmente in contesti come quelli lavorativi o di studio. Questi sono passi avanti significativi che derivano dalla Convenzione di Istanbul del 2011. Tuttavia, il percorso per l’attuazione di tali norme non è privo di ostacoli e richiede un impegno costante da parte delle istituzioni europee e dei singoli Stati membri.
Una Battaglia per la Difesa dei Diritti Umani
Il percorso verso l’approvazione definitiva della Direttiva contro la violenza di genere richiede il coinvolgimento e il sostegno del Parlamento europeo, il quale ha il compito di garantire che i Paesi dell’Unione Europea recepiscano e adeguino le proprie normative entro i due anni previsti. Al di là della mera discussione su articoli specifici, ci troviamo di fronte a una sfida più ampia: quella di difendere il significato e il valore delle norme che combattono la violenza di genere.
Le parole della senatrice Valeria Valente
riflettono la gravità della situazione: ‘Non possiamo permettere che questa Direttiva, non comprendendo questi due reati, si riveli nei fatti un passo indietro rispetto alla Convenzione di Istanbul’. Questa è una lotta che va oltre le singole nazioni, è una battaglia che riguarda il rispetto dei diritti umani fondamentali e la tutela di chi è più vulnerabile. In un momento in cui si profilano elezioni cruciali nel 2024, è fondamentale non dimenticare che l’Europa deve essere un faro di diritti e sicurezza per tutti i suoi cittadini.
Serve, quindi, una presa di posizione netta e inequivocabile da parte delle istituzioni europee e dei singoli Stati membri. È il momento di ribadire con forza da che parte siamo, di riaffermare il nostro impegno per la difesa dei diritti umani e della dignità di ogni individuo. L’Europa non può permettersi passi indietro in materia di tutela e di lotta alla violenza di genere. È ora di dimostrare che i diritti di tutte e tutti sono al sicuro e che nessuno può restare indietro quando si tratta di garantire giustizia e rispetto.