![L'ipocrisia della Formula 1 e lo scontro con la FIA 1 20240204 181516](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240204-181516.webp)
L’IPPOCRISIA DELLA FORMULA 1 E LO SCONTRO CON LA FIA
La Formula 1 ha recentemente respinto la richiesta di Andretti per un possibile ingresso nel campionato nel 2025. Secondo il comunicato stampa rilasciato, la mancanza di una power unit adeguata per le vetture americane è stata una delle ragioni principali dietro questa decisione. La Formula 1 ha giustificato questo rifiuto sostenendo che ‘la necessità per qualsiasi nuova squadra di avere una fornitura obbligatoria di propulsori, potenzialmente per un periodo di diverse stagioni, sarebbe dannosa per il prestigio e la posizione del campionato’.
Il problema dell’accordo a lungo termine
C’è da chiedersi quale sia il reale problema nell’avere un accordo a medio/lungo termine con un fornitore di motori. Si potrebbe ipotizzare che la preoccupazione riguardi il possibile know-how che potrebbe svilupparsi con l’ingresso di General Motors. Tuttavia, situazioni simili si sono verificate con Honda, Red Bull e Ford, senza sollevare particolari critiche. Questo solleva interrogativi sulla coerenza delle motivazioni addotte dalla Formula 1 per respingere Andretti e sulla trasparenza delle decisioni prese.
Il valore aggiunto di un nuovo concorrente
La Formula 1 ha affermato che la presenza di un’undicesima squadra non porterebbe un valore significativo al campionato se non fosse competitiva. Secondo il comunicato, ‘il modo più significativo in cui un nuovo concorrente apporterebbe valore è quello di essere competitivo’. È stata posta l’enfasi sulla necessità di competere per il podio e per la vittoria delle gare, in modo da coinvolgere maggiormente i fan e accrescere il valore del campionato agli occhi degli spettatori e degli stakeholder.
La questione della competitività e del prestigio
Ci si potrebbe quindi chiedere se il rifiuto ad Andretti sia motivato dalla sua presunta mancanza di competitività. Tuttavia, considerando il prestigio del marchio Andretti, soprattutto nel mercato americano in cui la Formula 1 sta cercando di espandersi, potrebbe esserci più di quanto si voglia far credere. La situazione solleva interrogativi anche sulle motivazioni dietro le decisioni della Formula 1 e se queste siano realmente incentrate sulla competitività e sul valore aggiunto al campionato, come dichiarato.
La competitività come cardine
Infine, l’entrata di Audi nel 2026, nonostante sia un processo diverso da quello di Andretti, solleva ancora una volta la questione della competitività come cardine per l’ammissione nel campionato. Audi, acquisendo Sauber, si prepara a competere con una power unit di produzione propria, ponendo ulteriori interrogativi sulla coerenza delle politiche di ammissione in Formula 1. La situazione solleva dubbi sulle vere motivazioni dietro le decisioni prese dalla Formula 1 e sulla trasparenza del processo decisionale.
Conclusione
In conclusione, l’ipocrisia e le contraddizioni nel processo decisionale della Formula 1 sono evidenti. Le motivazioni addotte per respingere Andretti sollevano dubbi sulla coerenza e trasparenza delle politiche di ammissione nel campionato. È necessario un maggiore chiarimento e una revisione delle motivazioni dietro le decisioni prese al fine di garantire una maggiore equità e coerenza nel processo di selezione dei partecipanti in Formula 1.