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Varapodio sotto choc: l’auto del parroco don Rigoli incendiata
Varapodio, un tranquillo paese pedeaspromontano, si è trovato al centro di un altro atto violento nei confronti del parroco don Giovanni Rigoli. Dopo essere stato aggredito e ferito con una testata durante una funzione religiosa lo scorso gennaio, oggi si è verificato un nuovo episodio scioccante. Nel tardo pomeriggio, ignoti hanno appiccato il fuoco all’auto del sacerdote, una Fiat Panda parcheggiata vicino alla canonica. Le fiamme hanno divorato il veicolo, estendendosi anche alla struttura sacra, mentre don Rigoli si trovava a celebrare la messa.
Intervento immediato delle autorità
L’intervento tempestivo dei Vigili del Fuoco di Polistena e dei carabinieri locali non è riuscito a salvare l’auto, completamente carbonizzata. La comunità varapodiese è stata scossa profondamente da questo gesto violento, avvenuto in un momento della giornata in cui le strade erano ancora frequentate. L’episodio rappresenta un segnale di violenza inaudita, che ha sconvolto l’intera comunità locale, mettendo in luce la fragilità e l’insicurezza che possono subire anche le figure religiose nel pieno svolgimento dei loro doveri.
Aggressione precedente e conseguenze
A metà gennaio, don Rigoli era stato vittima di un’altra aggressione all’interno della stessa chiesa, alla fine di una funzione dedicata a una donna di Varapodio deceduta in Australia. In quell’occasione, il sacerdote era stato derubato del cellulare e colpito con una testata in volto da due individui, successivamente identificati come cugini residenti nei dintorni. Le indagini dei carabinieri hanno portato alla denuncia dei responsabili per lesioni, violenza privata e turbamento di funzioni religiose, gettando una luce sinistra sulla situazione di sicurezza nella zona.
Il sindaco di Taurianova, Roy Biasi, ha espresso ‘profonda preoccupazione’ per l’incendio dell’auto del parroco, sottolineando la gravità dell’atto e la necessità che le forze dell’ordine facciano piena luce sull’accaduto per garantire giustizia. Questi episodi hanno destato ansia e apprensione nella vicina comunità di Varapodio, evidenziando la vulnerabilità di un sacerdote e della sua congregazione di fronte a atti così temerari e violenti.