Assalto ai portavalori sulla 131: il colpo e la fuga
Assalto ai portavalori sulla 131, un evento che ha scosso la tranquillità della Carlo Felice, con i banditi che hanno messo a segno un colpo spettacolare. In una sequenza degna di un film d’azione, il guardrail, il blindato della Vigilpol e l’autocompattatore per i rifiuti sono stati protagonisti di una scena da brividi. I rapinatori, senza tempo da perdere, hanno proseguito a piedi con il denaro rubato, scendendo lungo una scarpata fino a una strada complanare. È qui che uno dei malviventi, probabilmente ferito e in mezzo al caos dell’auto incendiata, ha perso un borsone contenente ben un milione di euro.
Indagini in corso e la caccia ai responsabili
Le indagini, coordinate con meticolosità dalla squadra mobile sotto la guida del procuratore Gianni Caria e del sostituto Ermanno Cattaneo, procedono con cautela. Ogni dettaglio è essenziale in questa fase critica, in cui ogni piccolo elemento potrebbe rivelarsi cruciale per risolvere il caso. L’area di indagine si estende dalle province di Sassari a Nuoro, compresa l’Ogliastra, alla ricerca di legami tra individui precedentemente notati dalle forze dell’ordine e i membri del commando responsabile dell’assalto. Si stima che il gruppo fosse composto da almeno una quindicina di persone, se non di più, considerando l’organizzazione complessa dell’operazione. Armati fino ai denti con armi da guerra, esplosivi e mezzi di fuga, i banditi hanno dimostrato una preparazione impressionante, non esitando a puntare armi come kalashnikov contro automobilisti ignari. La possibilità di avere supporto nella zona non è esclusa, dato il loro rapido e abile dissolversi prima che le forze dell’ordine potessero intervenire.
Le perquisizioni in corso sono avvolte nel mistero, con poche informazioni trapelate sull’esito delle stesse. Le testimonianze raccolte includono anche quelle di persone bloccate dalla banda lungo la statale, senza però fornire dettagli sulla loro identità fisica, dato che erano coperti da capo a piedi. L’abbigliamento mimetico, i gilet e i passamontagna rendevano impossibile identificarli, se non per un accento sardo evidente. La caccia ai responsabili continua, con le forze dell’ordine che lavorano instancabilmente per portare alla luce ogni dettaglio nascosto dietro questo audace assalto.