Le criticità del sistema carcerario italiano alla luce del caso di Ilaria Salis
Ilaria Salis, detenuta da quasi un anno in Ungheria, ha portato alla ribalta le precarie condizioni delle carceri italiane. Il padre ha denunciato un quadro agghiacciante: mancanza di beni di prima necessità, presenza di topi e cimici, assenza di igiene basilare. La sinistra ha prontamente denunciato la situazione, ma è il sistema italiano così superiore?
La situazione del sovraffollamento carcerario in Italia
Secondo il rapporto di Antigone, i detenuti in Italia superano di oltre diecimila i posti disponibili, con un tasso di sovraffollamento del 117,2%. Questa condizione si aggrava in alcune regioni come la Puglia, la Lombardia e il Veneto, con percentuali di sovraffollamento che superano il 130%. Il rischio è di tornare ai livelli che hanno portato alla condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo per violazione dell’articolo 3.Antigone evidenzia che il problema del sovraffollamento è solo la punta dell’iceberg. Molte carceri presentano celle con spazi insufficienti, strutture vecchie risalenti anche al 1900, mancanza di riscaldamento in alcune celle, assenza di acqua calda costante e di docce in molte situazioni. Oltre il 25% delle carceri non dispone nemmeno di una palestra funzionante.
Le proposte e le sfide per migliorare il sistema carcerario
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha sottolineato l’urgenza di affrontare il problema del sovraffollamento, che ha portato a un triste record di suicidi in carcere. Una soluzione proposta è il riadattamento delle caserme dismesse, ma ciò richiede tempo. Nordio sottolinea che costruire nuove carceri è costoso e complesso, quindi riadattare le strutture esistenti potrebbe essere una via più praticabile.Antigone segnala un aumento dei ricorsi per condizioni carcerarie inaccettabili, con migliaia di casi accolti dai tribunali di sorveglianza negli ultimi anni. La circolare del 2022 ha portato a una diffusa applicazione del regime a celle chiuse, riducendo ulteriormente gli spazi e peggiorando le condizioni di detenzione. È necessario un intervento urgente per garantire diritti fondamentali anche dietro le sbarre.