Raid USA in Siria e in Iraq: Ritorsione e Tensioni Internazionali
Stati Uniti ha condotto raid mirati in Siria e in Iraq, colpendo unità iraniane d’elite e milizie alleate di Teheran. Il Pentagono conferma il targeting di 85 obiettivi attraverso attacchi aerei, con l’uccisione di almeno 18 miliziani filo-iraniani solo in Siria, come riportato dall’ong Osservatorio per i diritti umani. Questi raid rappresentano la promessa di ritorsione da parte del Presidente Biden in seguito all’uccisione di tre militari statunitensi al confine tra Giordania e Siria.
Reazioni Internazionali e Richiesta di Riunione ONU
La Russia ha immediatamente reagito chiedendo una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a causa di tali azioni. Da Teheran è stata espressa una ferma condanna, mentre Hamas ha dichiarato: “Gli Usa gettano benzina sul fuoco”. L’Iraq si è schierato a difesa della propria sovranità, convocando l’incaricato d’affari statunitense a Baghdad. Il Presidente Usa ha affermato che la risposta statunitense proseguirà nei tempi e nei modi decisi, sottolineando la volontà di evitare conflitti in Medio Oriente e altrove, ma ribadendo la determinazione nel difendere gli interessi americani.
Nuovi raid sono stati condotti dagli Stati Uniti e dal Regno Unito su Sanaa, alimentando ulteriori tensioni in un contesto già delicato. Le azioni militari statunitensi e britanniche continuano a suscitare preoccupazioni e reazioni a livello internazionale, con la comunità internazionale che rimane in allerta su possibili sviluppi futuri. Questi eventi mettono in luce la complessità delle relazioni internazionali e la fragilità degli equilibri geopolitici, con il rischio di escalation che potrebbe avere ripercussioni su scala globale. La situazione in Siria e in Iraq rimane critica, con le tensioni che si fanno sempre più palpabili e imprevedibili.