Dall’Aja all’Unrwa: la crisi umanitaria a Gaza
L’intera popolazione di Gaza avanza verso un patibolo collettivo di fame, sete, epidemie, mancanza di medicinali e cure per feriti e ammalati. Ciascuno di questi fattori, per sé, è una grave crisi umanitaria, ma è il loro effetto cumulativo a essere letale. Secondo esperti di salute pubblica, “un quarto della popolazione di Gaza – quasi mezzo milione di esseri umani – potrebbe morire entro un anno, in gran parte per cause sanitarie prevenibili e per il collasso del sistema sanitario”.
La decisione della Corte internazionale di Giustizia e la sua implementazione
La Corte internazionale di Giustizia ha emesso sei misure cautelari finalizzate a prevenire il crimine dei crimini. Si ordina al governo israeliano di adottare tutte le misure per prevenire la commissione di condotte di genocidio e di assicurare che l’esercito non commetta alcuna delle condotte menzionate. Inoltre, Israele deve garantire la fornitura di servizi di base e assistenza umanitaria alla popolazione. Queste misure vincolanti sono cruciali per evitare censure future.
Le agenzie internazionali riportano civili a Gaza che si nutrono di mangime per animali, erbacce e bevono acqua contaminata. La sospensione dei finanziamenti all’Unrwa, l’unica agenzia Onu che può garantire gli aiuti necessari, mette a rischio centinaia di migliaia di vite e contribuisce al collasso delle operazioni umanitarie. Tredici persone licenziate su trentamila impiegate vengono usate come pretesto, ignorando la necessità vitale di assistenza per la popolazione.
La violazione della Convenzione per la Prevenzione e Punizione del Crimine di Genocidio
Gli stati occidentali stanno ignorando gli obblighi cogenti della Convenzione per la Prevenzione e Punizione del Crimine di Genocidio del 1948. Questa convenzione impegna gli stati a prevenire genocidi e impone obblighi di intervenire. La decisione di colpire l’Unrwa e di mettere a rischio la vita di due milioni di civili per ‘sanzionarne’ tredici impiegate rappresenta una violazione grave di tali doveri.
Nonostante l’occidente si professi devoto al diritto internazionale, la decisione contro l’Unrwa è stata vista come un balzo di indegnità. Questi governi sembrano invischiati in azioni che minano la dignità degli stati e della cultura giuridica. La sicurezza e la libertà dei popoli coinvolti sono strettamente intrecciate, e la cancellazione di uno metterebbe a rischio l’equilibrio fragile della regione.