Sgarbi e le Accuse dell’Antitrust
Il sottosegretario alla Cultura, prof. Vittorio Sgarbi è stato accusato dall’Antitrust di avere esercitato attività professionali in conflitto con la sua carica di governo, violando la legge n. 215 del 2004. Questa ‘sentenza’ è giunta dopo un’istruttoria lunga 60 pagine, in cui si evidenzia che Sgarbi avrebbe agito su due fronti contemporaneamente: quello dell’amministrazione pubblica e quello privato, una pratica vietata dalla Legge Frattini. In risposta alle accuse, Sgarbi ha dichiarato di voler fare ricorso al Tar, sostenendo che l’Antitrust violi l’articolo 21 della Costituzione che garantisce la libertà di espressione.
La Fine della Carriera di Sgarbi nel Governo
Il conto alla rovescia per Vittorio Sgarbi sembrava essere arrivato al termine quando è stato rimosso dalla sua carica dal premier Giorgia Meloni a causa dei conflitti d’interesse e del confronto con il ministro Gennaro Sangiuliano. Questa non è la prima volta che Sgarbi si trova in una situazione simile, poiché già in passato è stato costretto a dimettersi da incarichi politici per preservare la stabilità governativa. Tuttavia, questa volta ha deciso di dimettersi prima che la situazione si facesse più critica, preparandosi ad una battaglia legale contro le accuse mosse dall’Antitrust.
Accuse di Conflitto di Interessi e Attività Illecite
Nel dettagliato rapporto redatto dall’Antitrust, sono emersi numerosi casi di conflitto di interessi legati agli incarichi di Sgarbi, che spaziavano tra ruoli pubblici e attività private legate alla sua professione di storico dell’arte. L’Antitrust ha contestato a Sgarbi non solo l’esercizio di attività private redditizie durante il suo mandato governativo, ma anche la partecipazione a eventi e spettacoli che gli hanno fruttato considerevoli guadagni finanziari. Sgarbi, dal canto suo, ha difeso le sue azioni affermando che vietargli di parlare di arte sarebbe un atto fascista, respingendo le accuse di illecito.
Nel dossier presentato dall’Antitrust, è emerso che le segnalazioni sulle attività di Sgarbi sono giunte anche al ministero, partendo da una dettagliata relazione inviata dal ministro Sangiuliano. L’Antitrust ha inoltre evidenziato che Sgarbi ha ricoperto ben 16 incarichi ufficiali, oltre a quello di sottosegretario, spaziando tra diverse istituzioni culturali e enti pubblici. La contestazione principale riguarda l’attività privata svolta attraverso il suo sito web personale, dove offriva servizi a pagamento, pratica che è stata successivamente interrotta, sebbene l’Antitrust abbia continuato a contestare altre violazioni della Legge Frattini.
Per il resto, le accuse dell’Antitrust riguardano specificamente il coinvolgimento di società gestite da persone vicine a Sgarbi, come il capo segreteria Nino Ippolito e la compagna Sabrina Colle, nell’assumere le spese personali del sottosegretario. Questo scenario, secondo l’Antitrust, rappresenta una chiara violazione della legge e delle norme etiche che regolamentano le cariche pubbliche.