Gaza: Accordi sul Rilascio degli Ostaggi e Sfide per la Pace
Nella complessa situazione tra Israele e Hamas, il cauto ottimismo sembra emergere dalle trattative in corso. Secondo fonti autorevoli di Paesi arabi moderati, è stato raggiunto un accordo su molti punti riguardanti il rilascio degli ostaggi. Il quotidiano saudita ‘Ashraq’ e il canale egiziano ‘Al Rad’ riportano che ci sono stati intensi contatti tra mediatori e negoziatori di entrambe le parti.
In particolare, il quotidiano saudita suggerisce che un accordo preliminare sia stato raggiunto anche se non prevede un cessate il fuoco definitivo. Secondo una fonte egiziana, ‘restano pochi dettagli da definire’.
Hamas Resiste alle Proposte di Tregua
Nonostante queste prime indicazioni positive, il ‘Times of Israel’ ha avvertito che un alto funzionario di Hamas, parlando in forma anonima, ha dichiarato che il gruppo ‘non accetterà in nessuna circostanza’ una tregua che non includa la fine completa della guerra.
La delegazione di Hamas, guidata da Khalil al Hayya, è arrivata al Cairo determinata a garantire un accordo. Nel frattempo, il capo della CIA, William Burns, è giunto nella capitale egiziana per monitorare da vicino l’andamento delle trattative.
Possibile Rilascio di Marwan Barghouti
Tra le indiscrezioni più rilevanti, citate dal ‘Ashraq’, vi è il possibile rilascio di Marwan Barghouti, leader di Fatah e simbolo della seconda intifada, attualmente detenuto in un carcere israeliano. La sua liberazione, però, potrebbe avvenire solo in una fase successiva e con la condizione del suo trasferimento all’estero o a Gaza.
Nella prima fase dell’accordo, si prevede il rilascio di tre ostaggi civili al giorno, tra cui donne, bambini, ragazzi sotto i 19 anni, adulti malati o feriti. In cambio, per ogni ostaggio, verrebbero liberati 20 prigionieri palestinesi con una pena inferiore a 10 anni. Per le soldatesse, il ‘prezzo’ sarà raddoppiato: 20 detenuti con pene pesanti da scontare e altrettanti con pene inferiori a 10 anni.
Netanyahu e l’Operazione di Terra a Rafah
Nonostante le trattative in corso, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che ‘indipendentemente dagli accordi’ l’operazione di terra a Rafah si farà. Questa dichiarazione è stata confermata da fonti governative anonime, secondo cui Israele non accetterà mai la fine della guerra come parte dell’accordo sugli ostaggi.
Secondo queste fonti, ‘l’Idf entrerà a Rafah ed eliminerà i restanti battaglioni di Hamas indipendentemente dalla pausa temporanea’.
La Reazione dell’Opposizione e il Ruolo degli USA
Le dichiarazioni di Netanyahu non sono state ben accolte dal leader dell’opposizione, Benny Gantz, che ha suggerito di mantenere la calma fino alla risposta ufficiale di Hamas. ‘La riposta di Hamas non è ancora stata ricevuta, quando arriverà il Gabinetto si riunirà e delibererà: suggerisco a fonti diplomatiche e ‘decisori’ di mantenere la calma’.
Nel frattempo, gli Stati Uniti continuano a esercitare pressioni su Israele per una soluzione diplomatica. Inoltre, gli USA hanno chiesto al Qatar di espellere i capi di Hamas che ospita da anni, qualora facciano saltare la trattativa.
Conclusioni Provvisorie
La situazione rimane incerta e complessa. Le trattative continuano con l’obiettivo di raggiungere un accordo che possa portare pace e stabilità nella regione. Tuttavia, le dichiarazioni contraddittorie e le posizioni rigide delle parti in conflitto rendono difficile prevedere l’esito finale delle negoziazioni.
In questo contesto, la comunità internazionale osserva con attenzione, sperando che le trattative possano portare a una soluzione duratura.