Ucraina: Battaglia e Resistenza Durante la Pasqua
L’Ucraina è ancora una volta in ginocchio, mentre la guerra con la Russia continua a infuriare senza tregua. Durante la Pasqua, celebrazione di speranza e rinascita, il conflitto ha assunto toni ancora più drammatici. La città di Chasiv Yar, avamposto strategico per il controllo del Donetsk, è al centro di intensi combattimenti. Le forze russe premono da settimane, rivendicando progressi quotidiani, ma l’intelligence britannica prevede un aumento significativo delle perdite russe nei prossimi mesi.
La notte scorsa, un raid russo ha colpito Kharkiv, ferendo quattro persone, tra cui una ragazza di 13 anni. La stazione di servizio, un edificio e un magazzino di 3.000 metri quadrati sono stati distrutti. Nonostante la devastazione, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky continua a chiedere “decisioni tempestive per la difesa aerea ucraina”.
Pasqua Clandestina nei Territori Occupati
In un clima di oppressione e paura, i cattolici nei territori occupati dalla Russia sono costretti a celebrare una Pasqua clandestina. Le autorità russe, infatti, permettono i servizi religiosi solo nelle chiese legate alla Chiesa ortodossa russa. “Tutte le parrocchie delle altre denominazioni sono state chiuse e svuotate”, racconta don Oleksandr Bogomaz, uno degli ultimi sacerdoti cattolici espulsi. La sua canonica è stata requisita dai soldati russi e la chiesa protestante trasformata in caserma di polizia.
Il governo ucraino sconsiglia di partecipare ai riti religiosi per timore di bombardamenti mirati sulle chiese, suggerendo invece di optare per le celebrazioni online. Don Oleksandr guiderà la celebrazione online per la sua comunità, un gruppo di meno di cento membri su Telegram, che resiste a Melitopol nonostante i pericoli.
Appelli per la Liberazione dei Prigionieri
Il numero dei prigionieri nei territori occupati è in costante aumento. Sono 1.100 i residenti dell’oblast di Zaporizhzhia rapiti o arrestati illegalmente dalle autorità d’occupazione. La Chiesa greco-cattolica ucraina attende notizie di due suoi religiosi, padre Bohdan Geleta e padre Ivan Levitskyi, catturati a Berdyansk nell’autunno 2022. “Attualmente siamo a conoscenza di dieci sacerdoti di varie Chiese che sono prigionieri in Russia”, dichiara l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, che ha lanciato un appello alla liberazione dei prigionieri come gesto pasquale.
Le parole di Papa Francesco sull’scambio di tutti i prigionieri hanno lasciato un segno profondo nei cuori dei cristiani sia in Ucraina sia in Russia. L’arcivescovo Shevchuk ha chiesto il rimpatrio di tre categorie di detenuti: le donne militari, gli operatori sanitari e i sacerdoti. “Mi rivolgo a tutte le realtà femminili, sia religiose sia civili. Adoperiamoci affinché, nel giorno di Pasqua, ogni donna possa fare ritorno dalla sua famiglia”.
La Russificazione delle Regioni Occupate
La Pasqua anticipa il Giorno della Vittoria, la festa russa che si celebra il 9 maggio, ricordando la sconfitta della Germania nazista. Il Cremlino ha esportato questa celebrazione anche nelle regioni occupate in Ucraina. A Melitopol sventola già la bandiera rossa con falce e martello sulla scuola numero 23, dove gli alunni preparano disegni per i militari di Putin che “difendono i confini della regione di Zaporizhzhia”.
La colonizzazione russa avanza anche attraverso le aule scolastiche, dove una ragazzina è stata punita per non sapere la data di nascita di Putin. A Mariupol, conquistata dai russi nel maggio 2022, la ricostruzione procede a ritmi serrati. “Ormai un cittadino su due non è più originario della zona”, dichiara Vadym Boychenko, sindaco in esilio. Il Cremlino ha trasferito 200.000 russi, puntando a 300.000 “nuovi abitanti”.
La Bolla Immobiliare e gli Espropri Forzati
Anche a Melitopol si assiste a una bolla immobiliare. “La realizzazione di nuove abitazioni è una priorità e gli alloggi potranno essere acquistati con programmi finanziari agevolati”, annuncia Marat Khusnullin, vice premier russo. Prestiti al 2% per chi tornerà ad abitare nelle nuove regioni, mentre le case saranno gratuite per medici, poliziotti e militari russi. Operai dal Tagikistan e dall’Uzbekistan, “manodopera a basso costo”, stanno lavorando alla costruzione di nuovi appartamenti.
La russificazione si traduce anche negli espropri delle case delle famiglie ucraine fuggite. “Case rubate”, le definisce Kiev. Le autorità si stanno appropriando delle abitazioni dei rifugiati e di chi non vuole avere documenti russi. “Nei condomini vengono lasciati avvisi di visite porta a porta da parte delle commissioni comunali. Se nessuno è presente, la casa viene nazionalizzata”, spiega Violeta, una residente di Melitopol.
Commistione tra Trono e Altare
Nelle regioni occupate si tocca con mano la commistione tra “trono” e “altare”. La Chiesa ortodossa russa ha lanciato una “missione di fraternità” nelle terre sottratte all’Ucraina, arruolando volontari per ricostruire le case dei più fragili colpiti dalle azioni militari. Più che un ponte solidale, un puntello alla strategia di Putin.
Il parroco amico di don Oleksandr ha rifiutato di passare al patriarcato di Mosca ed è stato mandato al confino. Anche la Chiesa ortodossa russa ha lanciato la “missione di fraternità” nelle terre sottratte all’Ucraina: gruppi di volontari da arruolare per essere spediti a “ricostruire le case dei più fragili colpiti dalle azioni militari: anziani, persone sole, disabili”.