Gli aiuti di guerra bastano all’Ucraina?
La guerra in Ucraina continua a essere al centro delle preoccupazioni internazionali, con un focus particolare sugli aiuti militari forniti dall’Occidente. Come ha osservato il reporter Davide Maria De Luca su Il Post, l’età media dei soldati al fronte è sempre più alta, un segnale che le risorse umane del paese stanno diminuendo. La natalità in Ucraina è tra le più basse al mondo, una situazione che si è aggravata con il conflitto.
Polonia e Lituania hanno recentemente proposto misure estreme per far rientrare in Ucraina gli uomini in età di leva. Questa proposta potrebbe influenzare gli equilibri politici europei e rompere un tacito patto con gli uomini ucraini che sono fuggiti dalla guerra, spingendoli a cercare rifugio in Russia.
Un pacchetto di aiuti determinante?
Una parte consistente dei fondi destinati all’Ucraina è rivolta alla fornitura di sistemi d’arma avanzati come i Patriot e gli Himars, oltre a una possibile spedizione di Atacms, missili a lungo raggio capaci di colpire bersagli a 300 chilometri. Questi missili sono già arrivati segretamente in Ucraina questo mese, su direttiva del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.
Le nuove consegne potrebbero avvenire in tempi rapidi, suggerendo che la logistica per l’invio è già stata messa a punto. Questo sicuramente metterà in difficoltà i piani delle forze russe, soprattutto se stanno contemplando un’offensiva a breve termine.
Le conseguenze sul campo di battaglia
L’ex presidente russo Dmitry Medvedev ha condannato i “61 miliardi di dollari sanguinosi” destinati all’Ucraina, chiedendo addirittura una nuova guerra civile americana che porti al “crollo dell’impero del male”. Nel suo talk show televisivo domenicale, il presentatore Vladimir Solovyov ha descritto l’idea di trasferire asset russi in Ucraina come “un atto di terrorismo finanziario”, aggiungendo che ora la guerra tra Russia e la Nato è “inevitabile”.
Ma la verità è che il ritardo dell’Occidente nel fornire aiuti all’Ucraina ha rafforzato il senso di sicurezza del Cremlino. La stanchezza per la guerra è palpabile in Europa e anche tra i Repubblicani statunitensi. I funzionari russi e le tv di Stato, più sobriamente, hanno minimizzato le potenziali conseguenze del pacchetto.
Le dichiarazioni di Mosca
“Nessuna sorpresa”, ha detto il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov. “Gli aiuti degli Stati Uniti non cambieranno la situazione sul campo di battaglia” è il titolo dell’ultima edizione del quotidiano filogovernativo Izvestia, letto nella consueta rassegna stampa di Steve Rosenberg di BBC.
L’invio di armi avanzate potrebbe rappresentare una chance per l’Ucraina di fare ciò che non era riuscita a fare nel 2023, quando aveva molte più truppe e armi, cioè respingere la Russia verso i confini del 22 febbraio 2022. Tuttavia, le sfide rimangono enormi e il tempo potrebbe non essere dalla parte di Kiev.