La Pasqua di quest’anno in Ucraina si svolge in un clima di tensione e repressione, con i cattolici costretti a celebrare in clandestinità nelle zone occupate dai russi. Intanto, la battaglia per il controllo di Chasiv Yar continua a infuriare, con un incremento costante delle perdite russe previsto per i prossimi mesi.
La battaglia di Chasiv Yar
Il presidente russo Vladimir Putin ha dato ordine di conquistare Chasiv Yar entro il 9 maggio, data simbolica che celebra la vittoria sulla Germania nazista nel 1945. Questa cittadina rappresenta un avamposto strategico verso Kramatorsk, l’ultima grande città rimasta sotto controllo ucraino nel Donbass. Le forze russe stanno esercitando una forte pressione su questo fronte da settimane, con progressi quotidiani rivendicati dalle autorità di Mosca.
Secondo l’intelligence britannica, l’avanzata russa ha comportato un aumento significativo delle perdite e si prevede che questo trend continuerà nei prossimi due mesi. Nel frattempo, la città di Kharkiv, nell’Ucraina orientale, è stata colpita da un raid notturno che ha provocato quattro feriti, tra cui una ragazza di 13 anni. L’attacco ha distrutto una stazione di servizio, un edificio e un magazzino, causando un incendio di vaste proporzioni.
La Pasqua sotto il controllo russo
La celebrazione della Pasqua nella regione di Zaporizhzhia, occupata per l’80% dalle truppe russe, è stata segnata da un forte controllo delle autorità di occupazione. Le autorità russe hanno inviato un messaggio augurando una ‘Pasqua di luce e di pace’, ma l’ipocrisia di queste parole è evidente per chi vive sotto il giogo dell’occupazione. Le uniche chiese autorizzate a celebrare liturgie sono quelle legate alla Chiesa ortodossa russa, l’unica confessione ammessa dal Cremlino.
Don Oleksandr Bogomaz, uno degli ultimi sacerdoti cattolici espulsi dai territori occupati, racconta la sua esperienza. La sua parrocchia a Melitopol è stata requisita dai soldati russi, e la chiesa protestante della città è stata trasformata in una caserma di polizia. ‘È vietato anche riunirsi per pregare insieme. Neppure ai tempi dell’Unione Sovietica la repressione era così asfissiante’, riferisce don Oleksandr.
La repressione religiosa e i detenuti
Secondo le autorità ucraine, circa 1.100 residenti dell’oblast di Zaporizhzhia sono stati rapiti o arrestati illegalmente dalle autorità d’occupazione. Nessuna organizzazione internazionale ha accesso ai luoghi di detenzione, rendendo difficile ottenere informazioni precise. La Chiesa greco-cattolica ucraina denuncia la scomparsa di due suoi religiosi, padre Bohdan Geleta e padre Ivan Levitskyi, catturati nella città occupata di Berdyansk nell’autunno del 2022.
L’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk ha lanciato un appello per la liberazione dei prigionieri come gesto pasquale. ‘Attualmente siamo a conoscenza di dieci sacerdoti di varie Chiese che sono prigionieri in Russia’, ha dichiarato. Le parole di papa Francesco sullo scambio di tutti i prigionieri, espresse durante il giorno di Pasqua, hanno avuto un forte impatto sui cristiani di entrambe le nazioni.
Il Giorno della Vittoria e la russificazione
La Pasqua anticipa il Giorno della Vittoria, una delle festività più sentite in Russia, che si celebra il 9 maggio. Questa ricorrenza, che ricorda la sconfitta della Germania nazista, è stata imposta anche nelle regioni ucraine occupate. A Melitopol, una bandiera rossa con la falce e il martello sventola sulla scuola numero 23, e gli alunni sono incoraggiati a disegnare per i militari russi.
La colonizzazione russa avanza anche attraverso il sistema educativo. Una ragazzina è stata punita perché non conosceva la data di nascita di Putin, un esempio della pressione esercitata sulle giovani generazioni. La ricostruzione post-bellica viene utilizzata come strumento di propaganda, con l’obiettivo di cancellare ogni traccia della guerra e presentare una ‘rinascita’ sotto l’egida di Putin.
Espropri e nuove abitazioni
Nella regione di Melitopol, la costruzione di nuove abitazioni è una priorità per il Cremlino. Marat Khusnullin, vice premier russo, ha annunciato programmi finanziari agevolati per incentivare il ripopolamento delle nuove regioni. Le case saranno gratuite per medici, poliziotti e militari russi, mentre operai dall’Asia centrale, come Tagikistan e Uzbekistan, lavorano alla costruzione di questi nuovi edifici.
Questa strategia di ripopolamento comporta anche l’esproprio delle case di famiglie ucraine fuggite dall’occupazione russa. Le autorità si appropriano delle abitazioni dei rifugiati, ma anche di chi rifiuta di ottenere documenti russi. Nei condomini vengono lasciati avvisi di visite da parte delle commissioni comunali, e se nessuno risponde, la casa viene nazionalizzata. Venticinque condomini sono stati requisiti tra Melitopol e Berdyansk.
Il ruolo della Chiesa ortodossa russa
La commistione tra trono e altare è evidente nelle regioni occupate, dove la Chiesa ortodossa russa ha lanciato la ‘missione di fraternità’. Gruppi di volontari vengono inviati a ricostruire le case dei più fragili, un’iniziativa che più che un ponte solidale, sembra essere un ulteriore strumento della strategia di Putin. Il parroco amico di don Oleksandr ha rifiutato di passare al patriarcato di Mosca ed è stato mandato al confino.
Alla vigilia della Pasqua, la Chiesa ortodossa russa ha intensificato i suoi sforzi nelle terre sottratte all’Ucraina. Mentre le autorità russe continuano la loro opera di russificazione, la comunità internazionale osserva con preoccupazione l’evolversi della situazione.