Sciences Po: nuova occupazione e sgombero immediato della polizia
La mattina del 3 maggio, la polizia francese è intervenuta con forza per sgomberare gli studenti pro-Palestina che occupavano l’università Sciences Po a Parigi. Gli agenti del Crs, la polizia antisommossa, sono entrati alle 11 del mattino, ponendo fine alla protesta iniziata il giorno prima. La questura di Parigi ha comunicato che 91 studenti sono stati evacuati senza incidenti.
L’occupazione è stata una risposta all’incontro del 2 maggio tra l’amministrazione dell’ateneo e il corpo studentesco. Questo incontro era stato richiesto dagli studenti e accettato dall’amministrazione come segno di apertura al dialogo. Tuttavia, secondo Pierre, uno studente coinvolto nelle mobilitazioni, ‘l’assemblea è stata una farsa’ e l’amministrazione ha mostrato una totale indisponibilità ad ascoltarli.
Le richieste del Comitato di Solidarietà per la Palestina
Il Comitato di Solidarietà per la Palestina aveva avanzato diverse richieste, tra cui la creazione di un comitato investigativo sui partenariati tra Sciences Po e le università israeliane. Il direttore ad interim Jean Bassères ha però ribadito che non ci sarebbe stata alcuna apertura in tal senso. Delusi dalla mancata risposta, oltre un centinaio di studenti ha deciso di occupare nuovamente l’università.
La reazione degli studenti e l’intervento della polizia
Una parte degli studenti ha scelto di uscire in gruppo prima dell’ingresso della polizia, mentre altri hanno continuato la protesta pacificamente nella hall. Dopo lo sgombero, l’amministrazione ha chiuso l’accesso al campus. La situazione si è ripetuta anche in altre università francesi, come Sciences Po a Lione, dove sono avvenuti sgomberi forzati e chiusure.
Le implicazioni politiche e sociali delle proteste
Le manifestazioni studentesche in solidarietà con la Palestina hanno sollevato importanti questioni politiche e sociali all’interno delle università francesi. La ministra dell’istruzione superiore Sylvie Retailleau ha chiesto ai presidenti delle università di garantire il ‘mantenimento dell’ordine’ utilizzando ‘la massima estensione dei poteri’ a loro disposizione. Tuttavia, l’intervento delle forze dell’ordine in contesti accademici ha suscitato preoccupazioni tra gli studenti e i docenti riguardo alla libertà di espressione e al diritto di protesta.
Un contesto di crescente tensione
Il contesto delle proteste studentesche a Sciences Po e in altre università francesi si inserisce in un quadro di crescente tensione internazionale. Le immagini e le notizie sulla strage di Gaza hanno suscitato una forte reazione emotiva e politica tra gli studenti, spingendoli a prendere posizione pubblica.
Le prospettive future
Le recenti mobilitazioni a Sciences Po e in altre università francesi potrebbero avere ripercussioni durature sul panorama accademico e politico del paese. La capacità degli studenti di organizzarsi e di far sentire la propria voce è un segnale di vitalità democratica, ma la risposta delle autorità potrebbe influenzare il modo in cui le future proteste verranno gestite.
Gli studenti pro-Palestina continuano a chiedere un maggiore impegno delle università francesi nella difesa dei diritti umani e nella trasparenza delle loro collaborazioni internazionali. Le tensioni tra il corpo studentesco e le amministrazioni universitarie potrebbero portare a ulteriori confronti e a nuove forme di mobilitazione nei prossimi mesi.
L’episodio di Sciences Po a Parigi è solo uno dei tanti esempi di come le questioni internazionali possano influenzare il dibattito accademico e sociale all’interno delle università.