Un Orango in Indonesia Rivela Inaspettate Abilità Mediche: Scoperta Rivoluzionaria
Il primo medico della storia potrebbe non essere stato un umano, ma un orango che vive tra le fronde delle foreste indonesiane. La storia di Rakus, un orango maschio, suggerisce che il comportamento di curare le malattie non sia esclusiva prerogativa della nostra specie e potrebbe avere radici antiche nell’evoluzione.
Rakus e la Sua Innovativa Terapia
Rakus, nome che nella lingua locale significa ‘ghiotto’, è un giovane maschio che ha lottato per essere accettato nel suo gruppo dopo essere arrivato da un altro territorio. I ricercatori del Max Planck Institute for Animal Behavior, che studiano le foreste dell’Indonesia, non si sono sorpresi quando lo hanno visto con una ferita sotto l’occhio, probabilmente frutto di una recente lotta tra maschi.
Osservando attentamente, i ricercatori hanno notato un comportamento inedito. Il 25 giugno 2022, Rakus ha strappato alcune foglie di forma ovale, le ha masticate a lungo, poi ha applicato la poltiglia sulla ferita. Le foglie appartenevano alla Fibraurea tinctoria, una liana conosciuta per le sue proprietà disinfettanti, antidolorifiche e antipiretiche. Questo comportamento è stato ripetuto meticolosamente anche il giorno successivo, portando a una rapida guarigione della ferita.
Prove di Medicina Primitiva
I ricercatori, nel loro articolo pubblicato su Scientific Reports, sottolineano che il 30 giugno la ferita di Rakus si era chiusa e il 25 agosto era appena visibile. Isabelle Laumer, biologa del Max Planck Institute, ha dichiarato: ‘È la prima volta che vediamo un animale selvatico applicarsi una medicina potente direttamente su una ferita’.
La scoperta suggerisce che il nostro ultimo antenato comune con gli oranghi, vissuto circa 13 milioni di anni fa, potrebbe già avere posseduto nozioni primitive di medicina. Andrea Romano, etologo dell’Università di Milano, sottolinea però che dimostrarlo non è facile, poiché non sappiamo se Rakus abbia imparato l’uso delle foglie come medicamento dai suoi simili, magari dalla madre.
Automedicazione nel Regno Animale
Comportamenti di automedicazione erano stati osservati anche in passato. Jane Goodall, famosa etologa britannica, negli anni ’60 aveva notato foglie non masticate tra le feci degli scimpanzé a Gombe, in Tanzania, che si scoprì più tardi essere piante ingerite per liberarsi dai parassiti intestinali. Anche queste piante sono conosciute nella medicina tradizionale umana e hanno un sapore sgradevole, reperibili solo spostandosi dal proprio territorio.
Elisabetta Visalberghi, primatologa dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR, spiega che in cinquant’anni di ricerche sull’automedicazione degli animali sono state osservate specie che usano piante per ridurre dissenteria, febbre o per difendersi dalle punture di insetti. Anche Jane Goodall, a novant’anni, ha recentemente partecipato al concerto del primo maggio a Roma, vocalizzando in scimpanzese per distruggere il muro di separazione tra uomo e scimpanzé.
Altri Esempi nel Regno Animale
I primati non sono gli unici animali a utilizzare una sorta di medicina. Andrea Romano aggiunge che tra gli uccelli, alcune specie di passeri e storni costruiscono il nido scegliendo foglie dalle proprietà antibatteriche. Tra le formiche, una specie africana organizza spedizioni contro le termiti e le formiche infermiere soccorrono le compagne ferite con saliva disinfettante e cauterizzante. Tuttavia, questi sono esempi di comportamenti innati.
La scoperta di Rakus rappresenta un caso di apprendimento. ‘Non sarebbe la prima volta per i primati’, spiega Romano. ‘Vediamo infatti che l’uso di strumenti per procurarsi il cibo può variare da un gruppo all’altro. C’è chi usa sassi per spaccare noci, chi bastoni per estrarre termiti dal terreno, chi affila lance. Si tratta probabilmente di comportamenti trasmessi tra i membri per via culturale’.
Prospettive Futuro e Ricerca
Nel caso di Rakus, sarebbe interessante approfondire se la sua pratica di utilizzo della Fibraurea tinctoria sia un comportamento isolato o se esista una vera e propria ‘scuola di medicina’ nella foresta. Gli studi futuri potrebbero rivelare ulteriori dettagli su come queste conoscenze vengono trasmesse tra gli oranghi e se esistono altri esempi di automedicazione sofisticata nel regno animale.
Questa scoperta apre nuovi orizzonti nella comprensione dell’evoluzione della medicina e della cultura tra le specie animali. Le implicazioni sono vastissime e potrebbero portare a una revisione delle nostre concezioni sulle capacità cognitive e sociali degli animali non umani. Nel frattempo, Rakus continua a vivere nella foresta indonesiana, inconsapevole del grande contributo che ha dato alla scienza.