Crisi Ucraina: Mosca minaccia i Paesi baltici e avanza nel Donbass
L’attenzione internazionale è di nuovo puntata sull’Ucraina, dove la situazione sul campo si sta facendo sempre più critica. Le truppe di Kiev, già messe a dura prova da mesi di conflitto, stanno ora affrontando nuove sfide, tra cui l’uso indiscriminato della cloropicrina da parte dei soldati russi. Questo agente chimico sta causando gravi difficoltà respiratorie ai soldati ucraini, compromettendo ulteriormente la loro capacità di resistenza.
La situazione nel Donbass
Le forze armate ucraine, sotto il comando del generale Syrsky, stanno lottando per fermare l’avanzata russa a nord di Avdiivka e per difendere la città strategica di Chasov Yar, vicino a Bakhmut. Mosca sta cercando di combinare gli sforzi dei gruppi di Avdiivka e Bakhmut, che sono i più forti sul fronte, per colpire Konstantinovka da est e da sud. Un successo in questa operazione permetterebbe ai russi di accerchiare l’area, costringendo all’evacuazione forzata di almeno 40mila persone verso Toreck e Nju-Jork.
Secondo fonti militari, se le forze ucraine non riusciranno a rallentare l’offensiva russa nelle prossime settimane, entro l’estate Mosca potrebbe raggiungere la superstrada Pokrovsk-Kostiantynivka. Questa arteria è cruciale per il rifornimento delle truppe ucraine a ovest e a sud di Bakhmut. La caduta di questa zona potrebbe segnare una svolta decisiva nel conflitto, con la possibile perdita di gran parte delle regioni di Donetsk e Luhansk.
Preoccupazioni per i Paesi Baltici
Il ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu, ha piani ambiziosi per la campagna militare, sperando di regalare a Putin un significativo successo per l’anniversario del 9 maggio. Tuttavia, la situazione è resa ancora più complessa dalle preoccupazioni sollevate dal generale Vadym Skibitsky, vicedirettore del Gru, il servizio di intelligence militare ucraino. Skibitsky ha avvertito che, senza un aumento significativo del sostegno militare da parte dell’Europa, la Russia potrebbe avanzare rapidamente fino a conquistare i Paesi baltici in meno di una settimana.
“In queste condizioni, e senza imponenti sostegni militari, i russi avanzerebbero in maniera così rapida fino a raggiungere i Paesi baltici, che riuscirebbero a conquistare entro una settimana. Il tempo di reazione della Nato sarebbe più lento”, ha dichiarato Skibitsky. Questo scenario preoccupa profondamente i leader europei, che stanno cercando di trovare una risposta adeguata alla crescente minaccia russa.
Richieste di aiuto internazionale
La crisi ucraina è approdata anche in Parlamento. Il deputato della Rada, Alexey Goncharenko, ha ammesso in un’intervista alla tv francese La Chaine Info che “l’Ucraina potrebbe chiedere l’invio di truppe europee se non avrà abbastanza forze proprie nel conflitto con la Russia”. Questa dichiarazione riflette la gravità della situazione e la necessità di un intervento internazionale per sostenere l’Ucraina.
La richiesta di Goncharenko è in linea con gli appelli di altri leader europei, tra cui Emmanuel Macron e David Cameron, nonché della Polonia. L’invio di truppe europee rappresenterebbe un passo significativo nella risposta dell’Occidente all’aggressione russa e potrebbe cambiare le dinamiche del conflitto.
Escalation a Odessa e Kharkiv
Nel frattempo, Odessa è diventata una delle zone più calde del conflitto, colpita con inaudita violenza per ben 12 volte nell’ultima settimana. La città portuale sul Mar Nero è di grande importanza strategica per la Russia, che mira a costruire una base militare in risposta alla Nato, la quale sta ampliando la sua presenza nel porto romeno di Costanza.
Inoltre, i sistemi di difesa aerea russi hanno abbattuto quattro missili Atacms lanciati sulla Crimea, mentre un raid russo a Kharkiv ha provocato sette vittime e l’incendio di un’area industriale. La situazione è altrettanto critica nella regione di Belgorod, dove un attacco di droni ucraini ha causato cinque feriti. A Dnipropetrovsk, droni russi hanno ferito due civili.
Attacchi su larga scala
Negli ultimi sette giorni, le forze armate russe hanno effettuato 25 attacchi su strutture energetiche, di trasporto, militari e industriali in diverse regioni dell’Ucraina. Questo aumento delle operazioni offensive su larga scala non si vedeva dall’estate del 2022, quando l’esercito russo, con il sostegno della Wagner di Prigozhin, riuscì a catturare Severodonetsk e Lysychansk.
La situazione sul campo è aggravata dalla mancanza di informazioni precise da parte dell’intelligence ucraina. Il presidente Zelensky ha convocato con urgenza tutto lo stato maggiore, cercando di trovare soluzioni per contrastare l’avanzata russa. Tuttavia, spiragli di speranza sono davvero pochi, e l’incertezza sull’evoluzione del conflitto continua a crescere.
La comunità internazionale osserva con preoccupazione gli sviluppi in Ucraina, consapevole che le decisioni prese nelle prossime settimane potrebbero avere conseguenze di vasta portata per la sicurezza globale.