![La crisi dell'Ucraina: tra aiuti di guerra e sfide demografiche 1 20240514 194505](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/05/20240514-194505.webp)
L’Ucraina, oltre alle devastazioni causate dal conflitto, si trova ad affrontare un altro grave problema: uno dei tassi di natalità più bassi al mondo. Questo fenomeno, in atto sin dal crollo del socialismo, ha portato ad un’invecchiamento della popolazione, rendendo l’età media dei soldati al fronte sempre più alta.
Secondo quanto riportato dal giornalista Davide Maria De Luca su Il Post, la situazione demografica del paese sta diventando critica, e le conseguenze del conflitto in corso non fanno che aggravare la situazione. La Polonia e la Lituania hanno proposto misure estreme per far rientrare in Ucraina gli uomini in età di leva, mettendo a rischio gli equilibri politici europei e spingendo molti ucraini a considerare il trasferimento in Russia.
Gli aiuti militari occidentali
Nonostante le difficoltà interne, l’Ucraina continua a ricevere sostegno dall’Occidente. Una parte consistente dei fondi destinati al paese è rivolta alla fornitura di sistemi d’arma avanzati come i Patriot e gli Himars. Inoltre, è stata segnalata la possibile spedizione di missili a lungo raggio Atacms, capaci di colpire bersagli distanti 300 chilometri, che sarebbero già arrivati segretamente nel paese su direttiva del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.
Questi aiuti militari potrebbero arrivare in tempi rapidi, suggerendo che la logistica per l’invio è già stata messa a punto. Questo rappresenterebbe una seria difficoltà per i piani delle forze russe, specialmente se stanno considerando un’offensiva a breve termine. Tuttavia, resta da vedere se tutto questo sarà sufficiente per permettere all’Ucraina di respingere la Russia verso i confini del 22 febbraio 2022.
Le reazioni russe
L’ex presidente russo Dmitry Medvedev ha condannato i “61 miliardi di dollari sanguinosi” destinati all’Ucraina, chiedendo una nuova guerra civile americana che porti al “crollo dell’impero del male”. Durante il suo talk show televisivo domenicale, il presentatore Vladimir Solovyov ha descritto l’idea di trasferire asset russi in Ucraina come “un atto di terrorismo finanziario”, aggiungendo che ora la guerra tra Russia e la Nato è “inevitabile”.
Tuttavia, i funzionari russi e le tv di Stato, in modo più sobrio, hanno minimizzato le potenziali conseguenze del pacchetto di aiuti occidentali. “Nessuna sorpresa”, ha detto il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov. “Gli aiuti degli Stati Uniti non cambieranno la situazione sul campo di battaglia” è il titolo dell’ultima edizione del quotidiano filogovernativo Izvestia, letto nella consueta rassegna stampa di Steve Rosenberg di BBC.
L’Occidente e la stanchezza per la guerra
La verità è che il ritardo dell’Occidente nel fornire aiuti all’Ucraina ha rafforzato il senso di sicurezza del Cremlino. La stanchezza per la guerra è palpabile in Europa e anche tra i Repubblicani statunitensi. Questa sensazione di stallo ha permesso alla Russia di mantenere una posizione forte, nonostante le pesanti sanzioni internazionali e il continuo impegno militare in Ucraina.
Gli aiuti occidentali, sebbene cruciali, non sono stati sufficienti per ribaltare la situazione sul campo di battaglia. L’Ucraina ha bisogno non solo di armi, ma anche di un sostegno politico e umanitario continuo per poter resistere e, eventualmente, vincere la guerra. La comunità internazionale deve affrontare una sfida complessa: sostenere l’Ucraina senza provocare un’escalation che potrebbe portare a un conflitto ancora più ampio.
Un futuro incerto
Il futuro dell’Ucraina rimane incerto. Il paese sta lottando non solo contro un potente nemico esterno, ma anche contro problemi interni di natura demografica ed economica. La comunità internazionale deve agire con decisione per fornire l’aiuto necessario, ma anche per trovare soluzioni diplomatiche che possano portare a una pace duratura.
Nel frattempo, l’Ucraina continua a resistere, sperando che gli aiuti occidentali e il sostegno internazionale possano fare la differenza. Ma il tempo stringe, e ogni giorno che passa senza una soluzione concreta rappresenta una nuova sfida per il paese e per il suo popolo.