Disperata ricerca a Olbia: due giovani in bilico tra speranza e mistero
Le luci della speranza non si spengono ad Olbia, dove la comunità è scossa dalla scomparsa di Karol Canu e Giuseppe Contini, rispettivamente di 17 e 15 anni. Dall’ultimo loro avvistamento, otto giorni or sono, la città sarda vive giorni di angoscia e incertezza. Le indagini si muovono su un terreno ostile, una sorta di “terra di mezzo” dove l’oscurità sembra aver già ingoiato la giovane Rosa Bechere, scomparsa 14 mesi fa in circostanze ancora avvolte nel mistero.
La macchina delle ricerche non conosce sosta, e le forze di polizia, guidate dal vice questore Raffaele Bracale, dirigente del Commissariato di Olbia, setacciano incessantemente la zona. Le segnalazioni pervenute sono numerose, un diretto risultato degli appelli lanciati dalle famiglie dei ragazzi, ripetuti anche durante la trasmissione “Chi l’ha visto?“, che ha visto i familiari presenti in diretta su RaiTre.
Appelli strazianti e piste da seguire
Non è solo il vice questore Bracale ad essere sommerso dalle telefonate; anche i telefoni di Giulia Canu, mamma di Karol, e di Antonello Contini, padre di Giuseppe, squillano incessantemente. In un appello televisivo, la madre di Karol ha pronunciato parole toccanti: «Siamo disperati, stiamo impazzendo – ha implorato in tv la mamma di Karol, Giulia – figlio mio, ti stiamo aspettando. Qualunque problema ci sia ne parliamo e lo affrontiamo insieme». Parole che riecheggiano nella comunità, come un grido silenzioso che attraversa la città.
La ricerca è un impegno collettivo che vede coinvolti poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco, protezione civile, e un’imponente task force di volontari. Tutti danno il loro contributo, senza risparmiarsi, in una corsa contro il tempo che non ammette pause, né per riposo né per cibo.
Una fuga misteriosa e preoccupante
Le premesse portano a escludere l’ipotesi di una semplice bravata adolescenziale. La fuga di Karol e Giuseppe sembra essere stata organizzata in fretta, ma con l’essenziale supporto di qualcuno, come suggerisce il bisogno di soldi, vestiti e un luogo sicuro dove rifugiarsi, oltre a un “muro di silenzio e complicità” attorno a loro. La situazione si complica considerando l’ultima volta che sono stati visti, giovedì sera in un bar di via Roma a Olbia, e le ultime comunicazioni, tra cui un messaggio di Giuseppe al padre: «Sono da amici».
Le ricerche si sono concentrate anche sugli ultimi segnali inviati dai telefoni cellulari dei ragazzi, localizzati nei pressi dell’istituto agrario. Attenzione particolare è stata rivolta durante il programma “Chi l’ha visto?” alla relazione tra Karol e Giuseppe, descritta come una strana amicizia nata da poco tempo e circondata da incongruenze.
La mobilitazione della comunità e l’intervento dei media
La comunità di Olbia e le famiglie dei ragazzi non sono sole in questa battaglia. Elisabetta Loriga, madre di Giuseppe Contini, ha rotto il silenzio. Il suo avvocato, Ivano Iai, ha riferito: «La signora auspica – dice l’avvocato Ivano Iai – che gli organi di stampa e i media diano concreto ausilio alle ricerche in atto, che grazie all’incessante impegno delle forze dell’ordine e dei privati rafforzano le speranze di una soluzione sollecita al distacco di Giuseppe e Karol dai propri cari». L’appello si estende anche alle amministrazioni locali e alle collettività, invitate a essere vigili e pronte a segnalare qualsiasi particolare che possa essere di aiuto.
Le parole di Elisabetta Loriga evidenziano la reale pericolosità della situazione in cui si trovano due minori lontani dalla sicurezza del loro ambiente familiare. Il bisogno di una risposta rapida e concreta si fa pressante, mentre la comunità di Olbia abbraccia le famiglie dei ragazzi in un unico, grande sforzo di solidarietà.
Le ore passano e con esse cresce l’ansia, ma non si affievolisce la speranza. L’intera città, in una sorta di veglia collettiva, aspetta con trepidazione notizie che possano riportare Karol e Giuseppe alle loro case, alle loro vite interrotte. Ogni piccolo indizio è prezioso, ogni segnalazione può essere la chiave di volta di questa intricata vicenda. L’auspicio è che questo sia il momento in cui il muro di silenzio che circonda la scomparsa dei due giovani inizi finalmente a mostrare delle crepe, portando alla luce la verità e riunendo due famiglie con i loro cari.
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