Il calo della vigilanza: vaccinazioni anti-Covid in Sardegna ben sotto la media nazionale
Il Covid-19, la pandemia che ha sconvolto il mondo, sembra essere un lontano ricordo nell’isola della Sardegna. I recenti dati sulla copertura vaccinale tra gli anziani sardi mostrano un ritmo decisamente rallentato, tanto da posizionare l’isola al di sotto della media italiana. Un fenomeno che desta preoccupazione tra gli esperti, in quanto la vaccinazione rappresenta un’importante barriera di protezione soprattutto per i soggetti più vulnerabili.
Un calo preoccupante nelle adesioni
La Fondazione Gimbe ha rivelato un dato allarmante: soltanto il 3,4% della popolazione sarda tra i 60 e i 69 anni ha ricevuto il vaccino anti-Covid nel periodo compreso tra l’1 settembre 2023 e il 15 gennaio 2024. Questo tasso è significativamente inferiore alla media italiana, attestatasi al 5,7%, risultando perfino pari a quella del Liechtenstein. La situazione non migliora considerevolmente nemmeno tra i settantenni, con una copertura del 7%, ancora al di sotto dell’11% della media nazionale. Per gli ultraottantenni, il dato è del 6,5%, ben distante dal 14,4% della media italiana e dell’8,3% riferito alla Slovenia.
Alla ricerca delle cause
Le cause di questa riduzione nell’adesione vaccinale sono molteplici e complesse. Una delle spiegazioni potrebbe risiedere nella decisione del governo di abolire le comunicazioni e le misure di prevenzione, generando nella popolazione la percezione che il virus sia stato definitivamente sconfitto. “Considerato che, inspiegabilmente, il nostro Paese non ha trasmesso i dati richiesti – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – abbiamo realizzato un’analisi indipendente utilizzando i dati nazionali ufficiali sulle coperture per valutare il posizionamento dell’Italia rispetto ai paesi europei inclusi nel report dell’Ecdc, oltre che per effettuare un confronto tra le regioni italiane”.
Il rischio per i più anziani
La situazione è particolarmente critica se si considera che gli anziani sono tra i soggetti più a rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19. La scarsa aderenza alle campagne vaccinali potrebbe rendere questa fascia della popolazione particolarmente vulnerabile a nuove ondate o varianti del virus. La vaccinazione, infatti, è riconosciuta come uno strumento fondamentale non solo per la tutela della salute individuale, ma anche per quella collettiva, contribuendo a ridurre la circolazione del virus e a prevenire l’insorgere di nuovi cluster.
Comunicazione e prevenzione: i pilastri dimenticati?
La percezione della pandemia è cambiata radicalmente negli ultimi tempi, influenzata anche dalla cessazione delle campagne di comunicazione istituzionale e dall’abbandono delle misure preventive che avevano caratterizzato i mesi più duri dell’emergenza sanitaria. La mancanza di una comunicazione costante e mirata, insieme all’assenza di direttive chiare a livello nazionale, potrebbe aver contribuito a questa diminuzione dell’attenzione verso il virus e alla conseguente riduzione delle vaccinazioni.
Un flusso informativo costante
Per mantenere alta l’attenzione e l’informazione sulla situazione sanitaria, soprattutto in contesti locali come la Sardegna, si rinnova l’importanza di un flusso informativo costante. Per rispondere a questo bisogno, si segnala l’efficienza di canali informativi come le radio, che offrono notiziari ogni ora, 24 ore su 24 e sette giorni su sette, nonché programmi in diretta con la partecipazione attiva degli ascoltatori. Si invita l’audience a sintonizzarsi sul canale 12D per aggiornamenti continui, anche attraverso App e player dedicati, per non perdere nessuna notizia riguardante la Sardegna.
La sfida che si prospetta è quindi quella di ristabilire una comunicazione efficace e una sensibilizzazione capillare, soprattutto nelle fasce di età più esposte, affinché il valore della prevenzione e della protezione attraverso la vaccinazione possa essere nuovamente percepito come essenziale per il benessere della comunità.
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