Marco Travaglio critica il fenomeno Vannacci: “Un’operazione di marketing della sinistra”
Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, ha espresso dure critiche nei confronti della gestione mediatica del caso Vannacci durante la trasmissione ‘Accordi&Disaccordi’ andata in onda sabato sera sul Nove. Secondo il giornalista, la sinistra avrebbe trasformato un mediocre scrittore in un fenomeno nazionale, contribuendo involontariamente a farne un idolo della destra.
“Vannacci? I geni della sinistra l’hanno trasformato da mediocre scrittore a evento nazionale e idolo della destra,” ha dichiarato Travaglio, commentando le polemiche seguite alla candidatura del generale per la Lega di Matteo Salvini. “L’ha detto lui in un’intervista: ‘mi sono autoprodotto questo libro, pensavo che avrebbe venduto poche centinaia di copie’. Invece è arrivato a quasi 300mila grazie al fatto che la stampa di sinistra ha cominciato a parlarne come se fosse l’unico libro che c’era in circolazione. Quindi gli hanno fatto una pubblicità insperata.”
Il tafazzismo della sinistra
Travaglio ha poi approfondito il concetto di “tafazzismo” della sinistra, ossia l’abitudine di autoinfliggersi danni. “Questo è il tafazzismo della sinistra in generale perché puoi parlarne un giorno, puoi dire che c’è un generale fuori ordinanza che dice cose inaccettabili, ma non è che gli dedichi tre, quattro, 500 articoli.”
Il direttore del Fatto Quotidiano ha anche evidenziato come la copertura mediatica eccessiva abbia contribuito a incrementare la popolarità del libro di Vannacci. “Noi abbiamo fatto un calcolo: sono uscite centinaia di articoli sui tre maggiori quotidiani italiani, non su quelli di destra, ma su quelli che pensavano di fargli un torto trasformandolo in un idolo.”
Un libro mediocre con chiacchiere da bar
Travaglio non ha risparmiato critiche al contenuto del libro di Vannacci, definendolo “molto mediocre, scritto male tra l’altro, con alcune chiacchiere da bar, con alcune uscite anche comprensibili, visto l’intollerabilità del politicamente corretto che ormai sta impedendo che si dica qualsiasi cosa, al di là delle cose inaccettabili.”
Le parole del giornalista mettono in luce come il libro non sia stato apprezzato per la sua qualità letteraria, ma piuttosto per il clamore mediatico generato intorno ad esso.
Il ruolo di Vannacci nell’esercito
Secondo Travaglio, anche l’esercito era consapevole del personaggio Vannacci. “Se ne erano accorti anche nell’esercito di chi era Vannacci, altrimenti non l’avrebbero parcheggiato in un ufficio dove si occupava di cartografia. Uno che aveva quel curriculum, l’Afghanistan, la rappresentanza in Russia, eccetera, probabilmente avrebbe avuto un ruolo più operativo, quindi avevano capito chi era Vannacci e l’avevano messo da parte.”
Salvini e la candidatura di Vannacci
Travaglio ha anche analizzato la scelta di Matteo Salvini di candidare Vannacci per la Lega, una mossa che il giornalista ritiene potrebbe non portare i frutti sperati. “Salvini ci è saltato sopra, dato che i voti non li prende più lui, pensa che li prenderà con Vannacci. Temo che sarà deluso perché quelli che votavano già per la Lega sono quelli che leggono il libro di Vannacci. Quindi, paradossalmente, sposterebbe i voti se si fosse candidato dall’altra parte.”
Il futuro politico di Vannacci
Infine, Travaglio ha espresso dubbi sul potenziale impatto politico di Vannacci, vista la recente istituzionalizzazione di Giorgia Meloni. “Visto che la Meloni si è totalmente istituzionalizzata ed è diventata totalmente establishment, quelli di destra che vogliono un contestatore dell’establishment, magari votano Vannacci, ma non vedo grandi travasi, non vedo masse che si spostano.”