La Riforma della Giustizia: Un Viaggio Lungo Trent’Anni
A Bettino Craxi piaceva, eccome. I Radicali l’hanno sottoposta agli italiani con un referendum. Per Silvio Berlusconi era l’eredità che avrebbe voluto lasciare al Paese. La riforma della giustizia e, in particolare, la separazione delle carriere dei pm, è una storia lunga più di trent’anni. Una strada costellata di promesse, sin dal riordino del processo penale in Italia del 1989, che non è mai riuscita a dividere per sempre il magistrato che accusa da quello che giudica.
Due Consigli Superiori della Magistratura e un’Alta Corte
Il progetto include l’istituzione di due Consigli Superiori della Magistratura (Csm) e di un’Alta Corte che, con membri sorteggiati, si occuperà di giudicare sia i magistrati giudicanti che i requirenti. Non si esclude neppure una riflessione sull’esercizio dell’azione penale e della sua discrezionalità, con l’obiettivo di riformare l’articolo 112 della Costituzione, in cui è prevista l’obbligatorietà, e attuare pienamente il sistema accusatorio.
Il Dialogo con l’Associazione Nazionale Magistrati
Un approccio che, almeno in parte, parrebbe funzionare a leggere l’altalena delle dichiarazioni del presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia. Accanto ai più tradizionali strali («È la riforma di chi ha in antipatia un singolo pm»), venerdì il magistrato ha auspicato «un confronto con il ministro Nordio sulla riforma della giustizia, almeno prima che diventi legge, per un contributo tecnico. Scelga lui se prima o dopo il Cdm».
Il Congresso dell’Associazione Nazionale Magistrati
Si guarda con interesse alla prossima settimana: dal 10 al 12 maggio, l’Associazione Nazionale Magistrati si riunirà in congresso. Se gli attacchi arriveranno con forza, sarà il segno che una collaborazione non è possibile, spiega una fonte vicina al dossier.
Le Domande di Caiazza e i Dubbi dell’Opposizione
Caiazza pone due domande cruciali: «La prima: come mai non c’è ancora un testo scritto?». La seconda: «Si tratta di una riforma costituzionale, come il premierato, quando pensate di farla? Prima, dopo, contemporaneamente?». Dubbi a cui si accoda una grossa fetta dell’opposizione “dialogante” con il governo sul punto.
Un’Opposizione Sempre Più Critica
«È un espediente per rallentare e cedere il passo al premierato», conclude Costa. Certo, ora sembra lontanissimo quel «resistere, resistere, resistere, come sulla linea del Piave» scandito nel 2022 all’apertura dell’anno giudiziario dal procuratore generale Francesco Saverio Borrelli, capo del pool di Mani Pulite. Ma il sospetto che anche questo tentativo possa finire immolato sull’altare dell’opportunità politica è legato alla storia stessa della riforma.
Le Riforme Passate: Un Bilancio Deludente
Tralasciando le lunghe discussioni post Tangentopoli, i buchi nell’acqua sono diventati una lunga sequenza. La “riforma Castelli” del 2002 inizia l’iter parlamentare anche per la separazione delle carriere, ma dopo lo stop del presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che la rinvia alle Camere a causa di alcuni profili di incostituzionalità, esce da Montecitorio nel 2004 senza centrare l’obiettivo.
Il Referendum del 2022 e il Futuro Incerto
Fino al referendum anti-porte girevoli del 2022 lanciato da Lega e Radicali finito seppellito sotto al mancato raggiungimento del quorum. Anche per questo, oggi è presto. C’è un accordo, è vero, ma manca un testo capace di reggere quattro letture in Parlamento ed un eventuale referendum.