Putin: Ordine di Conquistare Chasiv Yar
La guerra in Ucraina prosegue senza sosta. Vladimir Putin ha ordinato di conquistare Chasiv Yar, un punto cruciale per il controllo del Donetsk. Questa mossa rappresenta un tassello importante nell’equilibrio generale della guerra. L’intelligence britannica prevede un aumento significativo delle perdite russe nei prossimi due mesi. Le forze di Mosca premono da settimane nell’est dell’Ucraina, con progressi ravvicinati quasi quotidianamente.
Chasiv Yar non è l’unico teatro di battaglia. Quattro persone, tra cui una ragazza di 13 anni, sono rimaste ferite in un raid russo sulla città di Kharkiv, nell’Ucraina orientale. Nell’attacco, una stazione di servizio, un edificio e un magazzino di 3.000 metri quadrati sono stati distrutti. Per tutta la notte, Mosca ha compiuto raid nei cieli ucraini, e la battaglia sembra solo all’inizio. Il presidente Zelensky ha chiesto “decisioni tempestive per la difesa aerea ucraina”.
La Pasqua di Luce e Pace di Zaporizhzhia
“Auguriamo una Pasqua di luce e di pace a ogni famiglia”, recita il messaggio delle autorità russe alla “nuova regione” di Zaporizhzhia. Per il Cremlino, Zaporizhzhia è ormai considerata parte della Federazione russa. Controllata per l’80% dalle truppe di Mosca, questa regione rappresenta un simbolo della solennità della Risurrezione secondo il calendario giuliano seguito dalle comunità cristiane di rito orientale.
I comandi russi annunciano che i servizi religiosi si svolgeranno in tutte le chiese della regione. Tuttavia, omettono di dire che solo le chiese legate alla Chiesa ortodossa russa sono ammesse dal Cremlino. “Tutte le parrocchie delle altre denominazioni sono state chiuse e svuotate”, racconta don Oleksandr Bogomaz, uno degli ultimi sacerdoti cattolici espulsi dai territori occupati.
La Terza Pasqua di Guerra
È la terza Pasqua di guerra per l’Ucraina, vissuta nel segno della paura per possibili bombardamenti sulle chiese. Il governo sconsiglia di partecipare ai riti optando per il web. Per i cattolici rimasti nelle zone sotto controllo russo, questa è una Pasqua clandestina. “È vietato anche riunirsi per pregare insieme. Neppure ai tempi dell’Unione Sovietica la repressione era così asfissiante”, aggiunge don Oleksandr, che guiderà la celebrazione online per la sua comunità a Melitopol.
Secondo Kiev, 1.100 residenti dell’oblast di Zaporizhzhia sono stati rapiti o arrestati illegalmente dalle autorità d’occupazione. La Chiesa greco-cattolica ucraina attende da un anno e mezzo notizie di due suoi religiosi redentoristi, padre Bohdan Geleta e padre Ivan Levitskyi, catturati nella città occupata di Berdyansk nell’autunno 2022. “Attualmente siamo a conoscenza di dieci sacerdoti di varie Chiese prigionieri in Russia”, dichiara l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, che ha lanciato un forte appello per la liberazione dei prigionieri come gesto pasquale.
L’Appello di Papa Francesco
“Le parole di papa Francesco sullo scambio di tutti i prigionieri, espresse durante il giorno di Pasqua, hanno lasciato un segno profondo nei cuori dei cristiani sia dell’Ucraina sia della Russia”, sottolinea l’arcivescovo Shevchuk. L’arcivescovo ha richiesto il rimpatrio di tre categorie di detenuti: le donne militari, gli operatori sanitari e i sacerdoti. “Mi rivolgo a tutte le realtà femminili, sia religiose sia civili, affinché, nel giorno di Pasqua, ogni donna possa fare ritorno dalla sua famiglia”.
La Pasqua anticipa il Giorno della Vittoria, la più sentita festa russa che si celebra il 9 maggio. Questa ricorrenza ricorda la fine della seconda guerra mondiale con la sconfitta della Germania nazista. Il Cremlino ha obbligato a esportare la celebrazione anche nelle regioni occupate dell’Ucraina. Una bandiera rossa con la falce e il martello sventola già sulla scuola numero 23 di Melitopol, e nelle classi, gli insegnanti mostrano i disegni degli alunni da consegnare ai militari di Putin.
Colonizzazione e Ricostruzione
La colonizzazione russa avanza nelle oblast invase, puntando sulla ricostruzione a tempo di record. Mariupol, città martire della regione di Donetsk, è stata trasformata in una “vetrina postbellica” dal Cremlino. “Ormai un cittadino su due non è più originario della zona”, sostiene il sindaco in esilio Vadym Boychenko. Duecentomila russi sono stati trasferiti nella città, e l’obiettivo è raggiungere i 300mila “nuovi abitanti”.
Una bolla immobiliare vive anche Melitopol, dove la realizzazione di nuove abitazioni è una priorità. “La realizzazione di nuove abitazioni è una priorità e gli alloggi potranno essere acquistati con programmi finanziari agevolati”, annuncia Marat Khusnullin, vice premier russo. Prestiti al 2% sono offerti a chi tornerà ad abitare nelle nuove regioni, e le case saranno gratuite per medici, poliziotti e militari russi.
Manodopera a Basso Costo
Per la costruzione dei nuovi palazzi, sono giunti operai dall’Asia più povera. “Manodopera a basso costo” del Tagikistan o dell’Uzbekistan vive in appartamenti sequestrati, riferisce il deputato della Duma, Sergei Mironov. La russificazione “serrata” si traduce anche negli espropri delle case delle famiglie ucraine fuggite dall’inferno russo. “Case rubate”, le definisce Kiev.
Le autorità si stanno appropriando delle abitazioni dei rifugiati e di chi non vuole avere documenti russi. “Nei condomini vengono lasciati avvisi di visite porta a porta da parte delle commissioni comunali. Se nessuno è presente, la casa viene nazionalizzata”, fa sapere Violeta, irriducibile di Melitopol. Venticinque condomini sono stati appena requisiti fra Melitopol e Berdyansk.
La Guerra Santa
Nelle regioni occupate, la commistione tra “trono” e “altare” è stata sancita dalla benedizione della “guerra santa” da parte del patriarca Kirill. Come ha sperimentato il parroco amico di padre Oleksandr, a cui era stato dato un ultimatum dai soldati: o passi al patriarcato di Mosca o te ne vai. “Lui non ha rinnegato l’appartenenza alla Chiesa greco-cattolica. Ed è stato mandato al confino”.
Alla vigilia della Pasqua, la Chiesa ortodossa russa ha lanciato la “missione di fraternità” nelle terre sottratte all’Ucraina. Gruppi di volontari sono stati arruolati per essere spediti a “ricostruire le case dei più fragili colpiti dalle azioni militari: anziani, persone sole, disabili”. Più che un ponte solidale, questa iniziativa rappresenta un puntello alla strategia di Putin.