Quando questa mattina ho letto l’apertura di Repubblica, non volevo crederci. Il titolo era “Libertà di stampa, l’Italia arretra” e intervistavano esponenti di “Reporter senza Frontiere” che, con il loro solito strascico di sciocchezze, hanno dato il via al festival del “Resistere alle pressioni del regime”.
Il punto fondamentale è che questa è la classica idiozia secondo cui io dovrei unirmi a Giannini per andare sul colle di Portofino a combattere contro l’occupazione nemica, che sarebbero i fascisti. Sì, perché in Italia, secondo Repubblica, manca la libertà di stampa. Mi viene un po’ da ridere. Sapete perché? Perché mentre questi parlano di regime, il più importante premio cinematografico italiano – il David di Donatello – va a premiare al primo posto un film che si occupa di immigrazione ed al secondo uno che si occupa del patriarcato, due dei presupposti preferiti dalla stampa per attaccare questo governo.
Premiazioni e paradossi
Passiamo poi alle premiazioni individuali, indovinate chi è stato premiato come migliore attore? Michele Riondino, lo stesso che il primo maggio ha condiviso una foto di La Russa a testa in giù. E menomale che questo è un regime!
Dicono in primis che ci sono pressioni politiche sulla Rai. Porca miseria! Avevamo proprio bisogno del loro intervento per capire che in Italia ci sono delle pressioni politiche sulla Rai. Mi chiedo però: dove cavolo erano i reporter quando il movimento di Giorgia Meloni, unico partito di opposizione durante il governo Draghi, non aveva neanche un consigliere d’amministrazione nella Rai?
Contraddizioni evidenti
Il secondo motivo per cui l’Italia arretra nella libertà di stampa sarebbe che c’è la possibilità che l’AGI venga venduta ad un senatore della Lega, Angelucci. Anche qui vorrei capire come ragionano questi reporter: l’Agi è meglio che sia controllata dall’Eni e quindi dallo Stato, o da un senatore che agisce come privato cittadino? Si rendono conto delle loro enormi contraddizioni?
Voglio chiedere loro un’altra cosa. Questi reporter che fanno le interviste per Repubblica, lo sanno che Repubblica è il giornale della famiglia Elkann, che ha degli interessi economici fenomenali in questo paese? Tra l’altro, proprio il giornale che oggi pubblica l’intervista di questi reporter che tanto si battono per la libertà di stampa, ha mandato al macero 100mila copie già stampate perché urtavano la suscettibilità del proprio editore. E questa la chiamano libertà di stampa?
La situazione attuale
La libertà di stampa in Italia è una questione complessa e controversa. Da un lato, ci sono evidenti pressioni politiche e interessi economici che influenzano i media. Dall’altro, esiste una vivace scena culturale che premia opere che criticano apertamente il governo e le sue politiche.
Il David di Donatello, ad esempio, ha premiato film che trattano temi come l’immigrazione e il patriarcato, temi spesso utilizzati dalla stampa per criticare il governo. Questo dimostra che, nonostante le pressioni, c’è ancora spazio per la libertà di espressione.
Pressioni politiche sulla Rai
Le pressioni politiche sulla Rai sono un altro aspetto critico. È noto da tempo che la Rai, essendo una emittente pubblica, è soggetta a influenze politiche. Tuttavia, la situazione è stata particolarmente evidente durante il governo Draghi, quando il movimento di Giorgia Meloni, unico partito di opposizione, non aveva neanche un consigliere d’amministrazione nella Rai. Questo solleva domande sulla reale indipendenza dell’emittente.
Il caso AGI
Un altro punto di discussione riguarda la possibile vendita dell’AGI a un senatore della Lega, Angelucci. Questo ha sollevato preoccupazioni sulla concentrazione dei media e sull’influenza politica. Tuttavia, bisogna chiedersi se sia meglio che l’AGI rimanga sotto il controllo dell’Eni, e quindi dello Stato, o passi nelle mani di un privato cittadino, seppur con legami politici.
Repubblica e gli interessi economici
Non possiamo ignorare il fatto che Repubblica, uno dei giornali più influenti in Italia, appartiene alla famiglia Elkann, che ha enormi interessi economici nel paese. Questo solleva ulteriori domande sull’indipendenza e l’obiettività del giornale. Inoltre, ci sono stati episodi in cui Repubblica ha mandato al macero 100mila copie già stampate perché urtavano la suscettibilità del proprio editore. Questo episodio mette in dubbio la reale libertà di stampa del giornale.
Conclusione
In sintesi, la libertà di stampa in Italia è un tema complesso, influenzato da pressioni politiche, interessi economici e contraddizioni interne. Mentre alcuni premi e riconoscimenti dimostrano che esiste ancora spazio per la critica e la libertà di espressione, ci sono evidenti problematiche che devono essere affrontate per garantire una vera indipendenza dei media.