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Trattative per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas: il punto della situazione
La trattativa per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas sembra finalmente aver raggiunto un punto cruciale. Fonti autorevoli di Paesi arabi moderati coinvolti nelle negoziazioni, come il quotidiano saudita ‘Ashraq’ e il canale egiziano ‘Al Rad’, riportano che ci sarebbero stati intensi contatti tra i mediatori e i negoziatori di entrambe le parti. Il tema centrale è la liberazione degli ostaggi, un passo fondamentale per progredire verso un accordo più ampio.
Secondo una fonte egiziana, è stato raggiunto un accordo ‘su molti punti’, anche se non si è ancora ottenuto un cessate il fuoco definitivo. Restano infatti alcuni dettagli da definire, ma il progresso è tangibile. Tuttavia, la situazione rimane fluida e complessa, con molteplici fattori in gioco che potrebbero influenzare l’esito delle trattative.
Hamas e la questione del cessate il fuoco
Nonostante il cauto ottimismo, in serata il ‘Times of Israel’ ha riportato che un alto funzionario di Hamas insiste sul fatto che il gruppo terroristico ‘non accetterà in nessuna circostanza’ una tregua a Gaza che non includa esplicitamente la fine completa della guerra. Questa dichiarazione, fatta in forma anonima, sottolinea la complessità delle negoziazioni in corso e la difficoltà di raggiungere un accordo definitivo.
La delegazione di Hamas, guidata dal vice di Haniye, Khalil al Hayya, è arrivata al Cairo per riprendere i colloqui interrotti una decina di giorni fa. La delegazione è determinata a garantire un accordo e ha già avviato un primo giro di colloqui con i negoziatori egiziani e qatarini. Anche il capo della CIA, William Burns, è arrivato al Cairo per seguire da vicino l’andamento delle trattative.
Indiscrezioni e potenziali sviluppi
Tra le indiscrezioni più clamorose, citate dal quotidiano saudita, vi è il possibile rilascio di Marwan Barghouti, leader di Fatah e simbolo della seconda intifada, attualmente detenuto nel carcere di Hadarim vicino a Netanya. La condizione per il suo rilascio sarebbe la sua partenza verso l’estero o verso Gaza, escludendo il ritorno in Cisgiordania. Tuttavia, il rilascio non avverrebbe nella prima fase dell’accordo.
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