![Sciences Po: crisi di identità e dibattito accademico a Parigi 1 20240514 195106](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/05/20240514-195106.webp)
PARIGI — La Scuola di Studi Politici di Parigi, meglio conosciuta come Sciences Po, è al centro di un acceso dibattito riguardo alla propria identità e missione. Il noto politologo Gilles Kepel, uno dei massimi esperti di Medio Oriente, ha recentemente espresso preoccupazione per lo stato attuale dell’istituzione, che secondo lui sta capitolando di fronte all’ideologia woke e rinunciando alla trasmissione del sapere.
Crisi di Identità a Sciences Po
Kepel ha insegnato per trent’anni a Sciences Po e ha recentemente pubblicato il libro «Olocausti» su Israele, Gaza e «la guerra contro l’Occidente». In un’intervista, ha dichiarato che la crisi di Sciences Po è legata a una democratizzazione mal gestita e alla mancanza di attenzione al mantenimento di alti standard accademici. ‘È il crollo di un’istituzione fondamentale’, ha affermato Kepel.
Secondo Kepel, il declino è iniziato anni fa quando l’allora direttore Richard Descoings avviò un programma per aprire l’accesso agli studenti delle periferie, un’iniziativa che Kepel inizialmente supportava. Tuttavia, la morte tragica di Descoings e la successiva gestione da parte di alti funzionari non accademici hanno contribuito a un deterioramento della qualità dell’istruzione.
Effetti delle Proteste Universitarie
Le recenti proteste pro-Palestina nei campus universitari, sia in Francia che negli Stati Uniti, hanno evidenziato ulteriormente questo problema. Kepel ha osservato che Sciences Po è influenzata dalla propaganda della France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, che vede nel 7 ottobre una ridefinizione degli equilibri globali. ‘In questo senso il 7 ottobre è peggiore dell’11 settembre’, ha dichiarato Kepel.
Il politologo ha spiegato che, a differenza dell’11 settembre 2001, quando l’Occidente reagì compatto, dopo le atrocità del 7 ottobre una parte dell’Occidente si è schierata con i carnefici. Questo, secondo Kepel, è evidente nelle proteste studentesche che non distinguono chiaramente tra Hamas e i civili palestinesi.
La Reazione dell’Occidente
Kepel sottolinea che, sebbene sia lecito denunciare le migliaia di civili palestinesi uccisi, è altrettanto importante ricordare il massacro del 7 ottobre e il fatto che oltre 100 ostaggi sono ancora nelle mani di Hamas. ‘Quando vedo che la guida suprema iraniana Khamenei applaude alle proteste di Parigi, penso che abbiamo toccato il fondo’, ha detto Kepel.
Il clima attuale, alimentato per anni dai Fratelli musulmani, ha favorito le uccisioni dei professori Samuel Paty e Dominique Bernard. Kepel teme che qualcuno possa sfruttare la situazione tornando a collegare Olimpiadi e causa palestinese, come accadde nel 1972 a Monaco.
Il Futuro di Sciences Po
Per molti, la situazione a Sciences Po riflette un problema più ampio nelle istituzioni educative occidentali. La tensione tra democratizzazione e mantenimento dell’eccellenza accademica è una questione complessa che richiede una gestione attenta e bilanciata.
La sfida per Sciences Po e altre istituzioni simili sarà trovare un modo per conciliare l’apertura e l’inclusività con l’impegno per l’eccellenza accademica. Solo così potranno continuare a svolgere il loro ruolo fondamentale nella formazione delle future élite globali.
Nel contesto attuale, è essenziale che le università rimangano spazi di discussione aperta e informata, dove tutte le posizioni possono essere messe a confronto in modo argomentato e rispettoso.