Italia e conflitto in Ucraina: Crosetto ribadisce il no a interventi militari diretti
La posizione dell’Italia riguardo al conflitto in Ucraina rimane ferma e coerente. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha escluso categoricamente un intervento diretto da parte delle forze armate italiane nel conflitto. In un’intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’, Crosetto ha chiarito che l’Italia continuerà a supportare l’Ucraina in ogni modo possibile, ma senza il coinvolgimento diretto dei propri militari.
Guido Crosetto ha sottolineato che “la nostra posizione non cambia: abbiamo sempre detto che l’Ucraina andava aiutata in ogni modo possibile, e lo stiamo facendo, ma abbiamo anche sempre escluso un intervento diretto nel conflitto dei nostri militari”.
Divieto esplicito nel nostro ordinamento
Il ministro della Difesa ha ricordato che il divieto di interventi militari diretti è sancito esplicitamente nel sistema legislativo italiano. “A differenza di altri, noi abbiamo nel nostro ordinamento il divieto esplicito di interventi militari diretti, al di fuori di quanto previsto dalle leggi e dalla Costituzione”, ha spiegato Crosetto. Le uniche eccezioni possibili riguardano interventi armati su mandato internazionale, come ad esempio quelli previsti da risoluzioni delle Nazioni Unite.
Secondo Crosetto, un intervento diretto in Ucraina non solo non rientrerebbe in nessuno di questi casi, ma rischierebbe di innescare una ulteriore escalation del conflitto, con conseguenze disastrose. “Non esistono le condizioni per un nostro coinvolgimento diretto”, ha affermato il ministro.
Critiche alle dichiarazioni di Macron
Crosetto ha anche commentato le recenti dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron, senza però esprimere un giudizio diretto. “Non giudico un presidente di un paese amico come la Francia, ma non comprendo la finalità e l’utilità di queste dichiarazioni, che oggettivamente innalzano la tensione”.
Il ministro ha ribadito l’importanza di non sottovalutare la minaccia rappresentata dalla Russia. “Se i Russi arrivassero a Kiev, se conquistassero un paese sovrano, sarebbe un disastro per tutti”, ha affermato Crosetto, criticando chi tende a minimizzare la gravità della situazione.
Continueremo a fornire aiuti
Nonostante l’esclusione di un intervento militare diretto, l’Italia continuerà a fornire aiuti all’Ucraina. “Continueremo a fornire aiuti, come abbiamo fatto finora, finché sarà utile e finché potremo farlo”, ha dichiarato Crosetto. Questa posizione è in linea con l’approccio adottato fin dall’inizio del conflitto, che prevede il supporto all’Ucraina attraverso aiuti materiali e finanziari.
Crosetto ha inoltre sottolineato l’importanza del contributo di tutti i paesi in termini di aiuti. “Tutti i paesi possono fare qualcosa in più in termini di aiuti, ma soprattutto dobbiamo credere e insistere con la diplomazia”.
Il ruolo della diplomazia
Per Crosetto, la soluzione del conflitto passa necessariamente attraverso la diplomazia. “Bisogna tornare a forzare la mano all’Onu, a Putin, alla conferenza di Ginevra; anche il Vaticano può riprendere la sua mediazione”. Il ministro ritiene che non si debba lasciare nulla di intentato per arrivare a una tregua, anche temporanea. “Non dobbiamo lasciare nulla di intentato per arrivare a una tregua: anche un solo giorno senza bombe è un risultato, perché poi possono diventare due, o tre, o quattro…”.
Il richiamo alla diplomazia è un elemento centrale nel discorso di Crosetto, che vede nella negoziazione l’unica via per porre fine alle ostilità e avviare un processo di pace duraturo. Il coinvolgimento di organizzazioni internazionali come l’Onu e di attori influenti come il Vaticano è considerato cruciale per il raggiungimento di questo obiettivo.
Conclusioni
La posizione dell’Italia, espressa chiaramente dal ministro Crosetto, è dunque quella di un supporto deciso all’Ucraina, ma senza il coinvolgimento diretto dei propri militari. Il rispetto delle leggi e della Costituzione italiane, insieme alla convinzione che un intervento diretto peggiorerebbe la situazione, sono alla base di questa scelta. Allo stesso tempo, l’impegno dell’Italia nella fornitura di aiuti e nella promozione della diplomazia dimostra una volontà concreta di contribuire alla risoluzione del conflitto.