Matteo Falcinelli, un giovane che ha subito gravi abusi da parte delle forze dell’ordine, vive ora un incubo senza fine. La madre racconta il dramma di suo figlio, evidenziando le atrocità subite e la loro lotta incessante per ottenere giustizia.
Un incubo iniziato con l’intervento della polizia
Secondo le dichiarazioni della madre di Matteo, le azioni della polizia sono state paragonabili a quelle della Gestapo durante la Seconda Guerra Mondiale. “Gli hanno tolto il sorriso, voleva suicidarsi”, afferma con dolore. Le violenze subite da Matteo sono state così gravi che hanno lasciato segni profondi non solo fisici, ma anche psicologici.
Matteo è stato ricoverato inizialmente in un ospedale per le gravi ferite riportate. Successivamente, a causa del rischio di suicidio, è stato trasferito in un ospedale psichiatrico. Le torture inflittegli lo hanno portato a tentare di togliersi la vita più volte. La madre racconta che Matteo “ancora adesso la notte sogna l’arrivo della polizia che lo tortura e si sveglia urlando”.
La lotta quotidiana contro il trauma
La vita di Matteo è stata completamente stravolta. Oggi è seguito costantemente da psicologi e psichiatri per cercare di superare il trauma subito. La madre è costretta a sorvegliarlo giorno e notte, poiché il rischio di suicidio è sempre presente. L’intervento delle forze dell’ordine ha lasciato un segno indelebile nella mente e nel corpo di Matteo.
La madre non si arrende e promette di andare fino in fondo per ottenere giustizia per suo figlio. La sua determinazione è alimentata dal desiderio di vedere i responsabili delle torture subite da Matteo puniti. “Io andrò fino in fondo per ottenere giustizia”, afferma con convinzione.
Le conseguenze delle torture
Le brutalità subite da Matteo Falcinelli hanno avuto conseguenze devastanti sulla sua salute mentale e fisica. Le ferite riportate durante le torture sono state così gravi che hanno richiesto un ricovero ospedaliero immediato. Successivamente, il giovane è stato trasferito in un ospedale psichiatrico per tentare di gestire il rischio di suicidio.
La madre di Matteo descrive un quadro estremamente preoccupante. “Matteo sta male, molto male. Gli hanno distrutto la vita”, afferma. Le notti di Matteo sono tormentate da incubi in cui rivive le torture subite, svegliandosi spesso urlando. La sua vita è diventata un continuo stato di allerta e paura.
Il supporto psicologico e psichiatrico
Per cercare di alleviare il trauma, Matteo è seguito da un team di psicologi e psichiatri. Il percorso terapeutico è lungo e difficile, ma necessario per tentare di restituire al giovane una parvenza di normalità. La madre di Matteo è costantemente al suo fianco, offrendo supporto e sorveglianza continua.
Nonostante gli sforzi, il cammino verso la guarigione è ancora lungo. Matteo vive con la paura costante di essere nuovamente vittima di violenza. La madre, però, non si arrende e continua a lottare per garantire a suo figlio un futuro migliore.
La richiesta di giustizia
La madre di Matteo Falcinelli è determinata a ottenere giustizia per suo figlio. Le azioni delle forze dell’ordine, secondo lei, non possono rimanere impunite. La donna richiama l’attenzione sulle torture subite da Matteo, chiedendo che i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni.
“Le azioni della polizia hanno rievocato in me le torture che la Gestapo attuava durante la Seconda guerra mondiale ai prigionieri”, dichiara la madre di Matteo. La sua denuncia è chiara e forte: vuole che sia fatta giustizia per le atrocità subite da suo figlio.
Un appello alla società
La storia di Matteo Falcinelli è un grido di aiuto e un appello alla società affinché si prenda coscienza delle violenze subite da tanti giovani. La madre di Matteo spera che la loro vicenda possa sensibilizzare l’opinione pubblica e portare a un cambiamento nelle modalità operative delle forze dell’ordine.
La battaglia per la giustizia è appena iniziata, ma la madre di Matteo è determinata a non fermarsi. La sua speranza è che la loro storia possa evitare che altri giovani subiscano le stesse torture e sofferenze. “Io andrò fino in fondo per ottenere giustizia”, ripete come un mantra, con la speranza che la loro lotta non sia vana.